Moraglia: «Con precarietà è impossibile progettare una vita» / FOTO
VENEZIA - Una società che non riesce a garantire alcune realtà antropologiche, come la possibilità di progettare la propria vita, per il patriarca di Venezia, monsignor Francesco Moraglia, «è una società che difficilmente avrà un futuro». Lo ha detto nel corso dell'incontro su «Precarietà del lavoro, precarietà della vita» in occasione della festa di san Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. Il patriarca, dopo aver evidenziato che stiamo attraversando un momento «di cambiamento epocale» e che non esistono «categorie professionali che oggi non risentano della precarietà», ha rilevato che quest'ultimo termine gli richiama «l'impossibilità di progettare la propria vita, e si vive una volta sola. È qualcosa che ruba la vita a una persona, qualsiasi professione faccia».
Per chi si trova in queste condizioni - ha aggiunto - la precarietà significa «l'erosione costante della qualità della sua vita, è un freno alla ricerca di nuove vie»: È il rischio, anche per chi opera nel mondo dell'informazione, «di essere in balia del più forte». Monsinor Moraglia ha quindi sottolineato che «l'informazione è democrazia» evidenziando il ruolo positivo della comunicazione in rete ma facendo nel contempo un richiamo al fatto che in rete «possono scrivere tutti di tutto» e ci servirebbe bisogno di «qualche correttivo». Il patriarca ha poi fatto un richiamo generale, valido per l'informazione ma anche per ogni altra realtà, sulla centralità della persona «specie quando è fragile». Il presidente dell'ordine dei giornalisti del Veneto, Gianluca Amadori, ha rilevato che «la precarietà non può essere una regola». Al dibattito sono intervenuti Amalia de Simone, freelance e direttrice di Radio Siani, e il vaticanista del Sole 24 ore Carlo Marroni. (Ansa)
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