Monumento Martiri delle Foibe imbrattato ancora dai vandali
Ancora un volta vandali, proprio in prossimità della giornata della Memoria, hanno deturpato la lapide di commemorazione dei morti giuliano-dalmati in piazzale Martiri delle Foibe a Marghera. E ancora una volta l’indignazione va oltre le singole ideologie, unendo tutta Venezia in un unanime coro di sdegno.
Giocando d’anticipo rispetto alla data di celebrazione del giorno del Ricordo del 10 febbraio, lunedì notte alcuni ignoti hanno nuovamente danneggiato la lapide che dà il nome al piazzale Martiri delle Foibe. La lapide di marmo in ricordo della tragedia giuliano-dalmata è stata interamente ricoperta con vernice rossa, con il simbolo della falce e martello, copiato poi anche sul basamento, mentre tutto attorno sono state disegnate tre stelle a cinque punte. La Municipalità di Marghera, tramite il delegato Carmine Montefusco, uno dei primi sul posto, ha già presentato denuncia contro ignoti. «Il solito gesto infame», commenta il presidente della Municipalità Gianfranco Bettin. «Come al solito, come quasi ogni anno. Ovviamente, nessuno si farà intimidire o impressionare da questo gesto vigliacco. Gli imbrattatori non lo sanno, ma la loro sortita ormai stucchevole anche se non meno odiosa, è una specie di omaggio rituale che gli sconfitti con disonore, quali essi sono, rendono a chi, dalla Storia, ha infine avuto ragione».
Sdegno assoluto arriva anche da parte del presidente della Regione Luca Zaia: «Fortunatamente», dice, «raglio d’asino non sale al cielo. Ma profanare un monumento ai martiri è una delle vigliaccate più aberranti. Esprimo tutto il mio sdegno per un gesto inumano, indice di una bassezza senza pari. L’offesa è tanto più grave in quanto arriva a pochi giorni dalla Giornata del Ricordo che cade il 10 febbraio, ma è infame a prescindere e merita una punizione esemplare per i responsabili, che mi auguro possano essere quanto prima individuati e posti davanti alle loro responsabilità».
Il presidente del Consiglio Regionale Roberto Ciambetti parla di «un gesto vile, inqualificabile, una offesa recata a quanti in quel monumento rivedono il volto di amici, parenti, affetti, stroncati e strappati alla vita da una furia bestiame. Ma non è di certo la vernice rossa con cui è stato imbrattato quel monumento a intimidirci: la storia è dalla nostra parte, dalla nostra parte sono la democrazia, la libertà e la giustizia».
«La vernice si cancella, la storia no», aggiunge l'assessore comunale alla Coesione sociale, Simone Venturini. «La storia va avanti e con essa il ricordo e il rispetto di chi ha patito sofferenza e morte. Tali gesti non fanno che rafforzare l'impegno dell'Amministrazione comunale a sostegno di tutte le iniziative volte a ricordare questa tragedia nazionale».
«Poco più in là», le significative parole di Rubens Gebbani, ex portavoce della delegazione di zona di Marghera e tra i primi a diffondere la notizia, «ci sono i gradini che conducono dentro l’asilo. Pochi passi che servirebbero a questi idioti per imparare qualcosa».
Subito dopo la diffusione della notizia dell’avvenuto vandalismo, l’assessore comunale Renato Boraso, assieme agli uffici di Lavori Pubblici, Ambiente e Patrimonio ha concordato con Veritas e Muicipalità di Marghera un intervento urgente ed immediato per la pulizia, che avrà inizio già nella mattinata odierna. «Una vergogna», le parole dell’assessore Boraso, «ennesima azione dei soliti ignoti che imbrattano ogni anno senza motivo».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia