Monumento ai caduti rimesso a nuovo: «Simbolo di libertà»
MESTRE. Adesso, finalmente, le scritte incise sono leggibili, e soprattutto lo sono i nomi e i cognomi delle persone che hanno perduto la vita per la libertà. Un gesto simbolico ma estremamente importante,soprattutto di questi tempi in cui la memoria è aggredita da molti punti di vista. Ieri pomeriggio è stato inaugurato il monumento ai Caduti di Carpenedo, oggetto di un restauro che si è concluso nei giorni scorsi. E’ tornato a risplendere come 95 anni fa, quando il 4 novembre 1923 venne inaugurato sul sagrato della chiesa dei Santi Gervasio e Protasio.
A riconsegnarlo alla cittadinanza durante una cerimonia sentita, è stato il sindaco Luigi Brugnaro, che ne ha ricordato l’importanza.
L'operazione di recupero del monumento rivestito in pietra d'Istria realizzato dall'architetto-scultore Francesco Stecca, è stata finanziata dall'amministrazione comunale. La statua venne costruita per glorificare i caduti della Prima Guerra Mondiale, incisi sui tre lati del monumento, ma, in seguito, venne dedicata anche a chi perse la vita durante il secondo conflitto mondiale, i cui nomi sono stati aggiunti al basamento.
Il restauro conservativo ha riguardato non solo le parti lapidee e bronzee, ma anche la recinzione e l'area verde circostante.
Protagonisti della cerimonia i labari e i gonfaloni di Assoarma Mestre, oltre che la Banda Musicale Ccrt di Tessera, che ha concluso l'evento con l'inno di San Marco. A benedire il monumento il parroco don Gianni Antoniazzi. Tra i presenti oltre ad assessori e consiglieri, il delegato allo Sport Matteo Senno che si è dato da fare per il restyling e diversi consiglieri comunali.
«Sono venuto qui perché desideravo che questo momento e questo monumento potessero rivelarsi prima di tutto un simbolo di libertà non solo da 'dichiarare' ma anche da 'realizzare'» ha commentato Brugnaro.
«Il recinto, l'area verde e tutto ciò che vedete sono stati recuperati con attenzione, anche per questo chiedo che il monumento venga rispettato da tutti. Simboleggia il sacrificio di chi ha perso la vita per la nostra libertà durante le due guerre mondiali. La stessa operazione l'abbiamo compiuta a Venezia con il monumento alla Partigiana davanti ai Giardini della Biennale, perché sono convinto che la libertà vada difesa giorno per giorno». —
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