Montefibre, a gennaio 84 licenziamenti

MARGHERA. Dal primo gennaio 2014 gli 84 dipendenti di Montefibre di Porto Marghera che non sono riusciti a trovare un’altra occupazione saranno licenziati. Finirà così una crisi durata ben cinque...

MARGHERA. Dal primo gennaio 2014 gli 84 dipendenti di Montefibre di Porto Marghera che non sono riusciti a trovare un’altra occupazione saranno licenziati. Finirà così una crisi durata ben cinque anni e iniziata nel 2009 con la dichiarazione di cessata attività da parte dell’azienda. All’epoca i dipendenti erano 297, poi 206 sono riusciti a trovare una sistemazione alternativa. Ad essere interessati dai licenziamenti saranno 84 perché sette dipendenti saranno accompagnati alla pensione come esodati.

I dipendenti dello stabilimenti di Marghera hanno avuto modo di accedere alla cassa integrazione straordinaria dal 2009; poi un lungo periodo di cassa integrazione in deroga che si esaurirà il 31 dicembre. A questo punto i lavoratori a seconda dell’anzianità avranno diritto agli assegni di mobilità da uno a tre anni. Come si legge in un comunicato della rsu, «in 1.825 giorni tutti i soggetti che a parole si erano adoperati per trovare idonee soluzioni si sono man mano defilati». Pensare che nel 2008 Montefibre aveva annunciato il via libera al progetto per l’innovativa creazione della linea di produzione delle fibre di carbonio a Porto Marghera; progetto che avrebbe dovuto salvare lo stabilimento. «Montefibre», affermano i responsabili della rsu, «poteva essere la prima azienda italiana a produrre la fibra di carbonio ma nulla è stato fatto, per colpa di chi politicamente voleva eliminare le aziende chimiche e a causa dell'Autorità portuale che ha fiutato l’affare di aree libere sulla banchina Oves. Ricordiamo che il Porto attraverso il suo presidente Paolo Costa aveva promesso centinaia di posti di lavoro e assicurato che nessun lavoratore di Montefibre sarebbe rimasto per strada. Di tutto questo nulla è stato fatto salvo ingrassare le casse di chi ha prodotto corsi di formazione, con migliaia di euro spesi sulle spalle delle finanze dei fondi europei e delle casse comunali e provinciali. L'ex presidente di Confindustria Luigi Brugnaro doveva “spostare” l'impianto pilota della fibra di carbonio e invece per l'ennesima volta ha perso una buona occasione per sostenere le industrie del territorio». «Riteniamo inaccettabile», si legge ancora nel comunicato, «che la vertenza Montefibre si chiuda così senza che l’Autorità portuale e le istituzioni onorino gli impegni. Ci aspettiamo un incontro per concretizzare alcuni dei percorsi iniziati».

Michele Bugliari

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