Monossido, morta la madre di Elisabetta Ballarin

La donna trovata nella sua casa in Lombardia. La ragazza originaria di Chioggia è in carcere per la vicenda delle Bestie di Satana. Il suo legale: «È distrutta»

CHIOGGIA. Cristina Lonardoni, 52 anni, la madre di Elisabetta Ballarin, unica donna della setta delle Bestie di Satana, è stata trovata morta nella sua casa di cortile a Vergiate nel varesotto. Pare non ci siano dubbi sul fatto che si tratti di un incidente causato dal monossido di carbonio sprigionato da una caldaia difettosa.

La donna è stata trovata sul divano di casa sua, davanti alla televisione accesa. Viveva sola e a dare l'allarme è stato un conoscente che non riusciva a mettersi in contatto con lei. Vigili del fuoco, carabinieri e personale del 118, hanno sfondato la porta dell'appartamento e hanno trovato il corpo. A causarla il mal funzionamento della caldaia.

Nel 2005, proprio mentre Elisabetta (che sta scontando la condanna a 22 anni di reclusione per concorso nell'omicidio di Mariangela Pezzotta, ferita a colpi di pistola e poi finita con un badile in una baita del varesotto nel gennaio 2004) era davanti alla Corte d'Assise per uno dei delitti delle Bestie di Satana, era morto suo padre, Alberto Ballarin. A dare la notizia della morte della madre ad Elisabetta, detenuta nel carcere di Brescia, il suo legale Francesca Cramis e un familiare. «È distrutta», ha detto il legale tornando da Brescia. Alle cosiddette Bestie di Satana, un gruppo di giovani ritenuti responsabili di omicidi, eseguiti con ferocia e violenza, tra simboli esoterici, pentacoli, croci rovesciate e rappresentazioni del numero della bestia nell'Apocalisse, vennero addebitati tre omicidi: vittime Chiara Marino, Fabio Tollis e Mariangela Pezzotta) e un'induzione al suicidio (Andrea Bontade). Per quei delitti, commessi tra il 1998 e il 2004, sono stati condannati anche Nicola Sapone e Andrea Volpe, leader della setta e fidanzato di Elisabetta.

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