Monorotaia aerea, il progetto fa discutere
Un trenino sopraelevato da Tessera al Lido, passando per l’Arsenale. Trenta minuti di percorrenza – circa la metà di adesso – per raggiungere l’isola dall’aeroporto. È il nuovo progetto presentato ieri all’Ateneo veneto da Giandomenico, Francesco e Giovanni Cocco, già autori del people mover del Tronchetto. Nuovi sistemi di mobilità e progetti – in corso e futuribili – illustrati ieri pomeriggio nell’Aula magna di San Fantin. Ecco allora la monorotaia. Trenino senza pilota sospeso su binari a cinque metri dall’acqua. «Meno invasivo e meno costoso della sublagunare», dicono i progettisti. Tre linee, di cui la più importante dovrebbe collegare Tessera a Murano, Fondamente Nuove e Arsenale (8 chilometri) con prolungamento al Lido: l’altra da Fusina a Zattere e al Lido (Excelsior). Stazioni in vetro, meno impattanti di quelle in cemento della vecchia sublagunare, accessibili con scale e piattaforme galleggianti. Idea che fa discutere.
Sul tavolo ieri anche il tram in corso di realizzazione. Sarà in estate in piazzale Roma, ha detto il presidente di Pmv Antonio Stifanelli, «adesso stiamo progettando l’arrivo a San Basilio». Nuova illuminazione sul ponte curata dalla Gemmo (sponsor dell’iniziativa voluta dal presidente dell’Ateneo Guido Zucconi, pista ciclabile ai lati del ponte con una passerella in acciaio esterna alle carreggiate già progettata e finanziata).
Si parla anche delle isole della laguna e del loro recupero. Nell’estate 2015 la Certosa diventerà un grande parco urbano, vicino al cantiere e alla darsena esistenti. Il progetto illustrato ieri da Alberto Sonino, amministratore unico di Vento di Venezia, la società che amministra l’isola, è quello di unire attraverso ponti mobili e galleggianti le tre isole vicine. Che in un prossimo futuro dovrebbero costituire un unico polo del tempo libero, dello svago e del turismo di qualità. Nell’ambito del federalismo demaniale il Comune aveva già ottenuto dallo Stato la cessione dell’isola di Sant’Andrea. Così la Certosa potrebbe essere collegata con la vicina isola delle Vignole e con Sant’Andrea. In questo caso, impatto zero, e manufatti compatibili e «rimovibili».
Il tema affrontato anche nella tavola rotonda (con i presidenti degli Ordini degli ingegneri e degli architetti, la soprintendente Codello e dirigenti comunali) è stato quello della mobilità lagunare. Dibattito che va avanti da decenni, con periodiche spinte a realizzare «sistemi di trasporto veloce di massa» come la sublagunare. Progettata dalle imprese del Mose (Mantovani e Sacaim, più lo Studio Altieri, la Net Engineering e altre) doveva risolvere i problemi di mobilità. Ma in realtà non si sono realizzati nemmeno gli interventi più semplici, come un terminal dedicato per le motonavi o i vaporetti a San Francesco della Vigna – proposto e in parte realizzato per il Giubileo del Duemila – e nemmeno una diversa organizzazione del trasporto acqueo.
All’anno zero anche i terminal, che dovevano «diversificare i flussi», facendo arrivare i turisti e i pendolari non soltanto dal ponte della Libertà ma anche da Tessera e Fusina. Il numero dei turisti ha toccato i 16 milioni nel 2014, ed è destinato ad aumentare ancora, anche per l’Expo di Milano in arrivo. Occorre dunque migliorare la mobilità. E riorganizzare i trasporti su terra, passaggio obbligatorio dopo l’entrata in funzione del tram di superficie. E quelli di acqua, a prescindere dalle grandi opere.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia