Molti profughi ucraini arrivati a Mestre non si vogliono vaccinare
Il bilancio dell’Usl 3: su 1628 persone che hanno deciso di fermarsi in provincia ne sono state visitate 753 Di queste, 293 non si sono volute vaccinare contro il Covid. In 396 non hanno voluto nemmeno le altre vaccinazioni-base che in Italia sono obbligatorie
MESTRE. Vaccinazioni: l’Usl 3 monitora gli ospiti ucraini e sollecita l’adesione alle vaccinazioni, non solo quella anti covid, ma anche le vaccinazioni obbligatorie come polio e rosolia, che a una fetta di profughi manca. Nel frattempo è stato aperto un nuovo Covid hotel a Mestre, che si aggiunge a quello già esistente.
È un impegno immane e molto delicato quello dell’Usl 3 Serenissima, come ha spiegato il direttore del Servizio d’igiene e sanità pubblica, Vittorio Selle. «Siamo la porta a Oriente dei profughi, l’Usl con il carico più alto di lavoro, in stazione a Mestre e Venezia ne arriva un numero importante di persone».
E negli hub di Marghera, Noale e Chioggia, se prima si lavorava senza sosta per le vaccinazioni anti Covid dei locali, oggi si lavora senza sosta per i tamponi (tantissimi) e le vaccinazioni dei profughi ucraini, Covid ma anche altro genere di malattie pericolose da noi oramai sconfitte.
Con tutte le difficoltà del caso: nomi difficili da trascrivere, mancanza di certificati vaccinali per via della fuga, difficile ricostruzione di ogni caso e una mentalità in parte “no vax”.
«Attraverso un monitoraggio continuo l’Usl 3 è impegnata a verificare lo stato di salute, e in particolare la situazione vaccinale, delle centinaia di profughi ucraini che giungono sul nostro territorio» spiega l’azienda.
«Quasi quattromila sono state le persone sottoposte a tampone» sottolinea Selle «nei punti dell’Usl 3 e nelle strutture che ospitano i profughi. Ma poi, a quei cittadini ucraini che non se ne vanno verso altre destinazioni, siamo impegnati a garantire l’assistenza sanitaria necessaria, a cominciare dall’analisi della situazione vaccinale».
L’Usl 3 calcola che al 3 aprile sono 1628 i profughi che, intenzionati a fermarsi nel Veneziano almeno per un certo periodo, hanno richiesto l’assistenza sanitaria attraverso la “tessera STP”, riservata agli Stranieri Temporaneamente Presenti, o attraverso altre forme.
Di queste 1628 persone, vale a dire come un piccolo Comune, circa la metà sono già state prese in carico dal Sisp, che è quindi a conoscenza della loro situazione vaccinale: «Abbiamo già verificato la situazione di 759 persone» spiega Selle «che vuol dire molto, sono parecchie. E via via stiamo contattando tutte le altre. Ogni giorno ci sono circa 50 nuovi arrivi da prendere in carico. Il monitoraggio effettuato ci fornisce il quadro sia rispetto alla vaccinazione anti Covid19, sia rispetto alle altre vaccinazioni che sono offerte dal Servizio Sanitario Regionale. Quanto alla prima area, quella dell’adesione al vaccino anti Covid, sono 385 su 759 gli ospiti ucraini già in regola o con il ciclo vaccinale avviato e da completare con i nostri servizi. Dei restanti 374 soggetti, 81 hanno un'età inferiore ai 5 anni, che li rende non eleggibili; 293 sono in sostanza le persone che al momento non hanno inteso aderire».
Sono dunque scoperte dall’anti Covid e hanno rifiutato la puntura. Un numero non certo marginale, sul quale si deve lavorare.
Ma non c’è solo il Covid, bensì tutti gli altri vaccini alcuni dei quali riguardano malattie che il Veneto ha sconfitto da un pezzo. Selle ha spiegato che i profughi vengono sottoposti, ad esempio, allo screening per la tubercolosi. Oggi – chiarisce – su 759 presi in carico, in 315 sono stati già sottoposti a screening in relazione alla tubercolosi.
«Sono moderatamente ottimista e discretamente soddisfatto» commenta «dobbiamo aiutarli a fidarsi del nostro sistema sanitario».
«Quanto alle altre vaccinazioni proposte dal Servizio Sanitario Regionale» continua «registriamo una situazione articolata. Delle 759 persone già sottoposte a verifica, 332 risultano aver ricevuto le vaccinazioni proposte: si tratta di 187 minori e di 145 adulti. Altre 31 persone hanno concordato un appuntamento; restano quindi 396 persone, per lo più adulti, che al momento non hanno aderito alla proposta».
La metà, dunque, è sprovvista di alcuni dei vaccini obbligatori e non intende sottoporvisi, per ora. L’Usl 3 prosegue nella sensibilizzazione «con la consapevolezza che ci si trova di fronte a persone che, per la situazione di disagio, presentano verso la vaccinazione una difficoltà superiore rispetto ai residenti». —
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