Molestie verso i nipoti, nonno rischia una condanna a due anni
Se vuole uscirne con un patteggiamento per una pena che venga sospesa grazie alla condizionale (due anni), deve almeno risarcire le parti offese. Questo deve aver fatto capire la giudice Roberta Marchiori all’avvocato della difesa Giorgio Pietramala e al pubblico ministero Lucia D’Alessandro, che aveva chiesto il rinvio a giudizio per violenza sessuale e pedopornografia per un sessantenne mestrino accusato di aver molestato due nipoti di undici e dodici anni. Così, per lasciare tempo alle parti (i genitori sono rappresentanti dagli avvocati Simone Vianello e Francesca Pedron) di trovare un accordo il magistrato ha fissato la prossima udienza al 13 febbraio.
Ad accorgersi di quello che stava accadendo ai due bambini era stata la madre, che aveva immediatamente presentato la denuncia dopo aver avuto la conferma dai figli. In più di un’occasione, i due minorenni erano stati affidati al compagno della nonna (si trattava del nonno acquisito), che aveva cominciato facendo vedere ai due bambini alcuni film hard. Stando alle accuse, aveva anche allungato le mani sui nipoti e addirittura - almeno stando al capo d’imputazione - aveva ripreso alcune scene con una piccola telecamera con l’intenzione, forse, di mettere in rete il filmato. La madre dei ragazzi, però, messa in allarme dalle cassette di film pornografici che vedeva girare e probabilmente anche dal modo di comportarsi dei figli, ha cercato di farli parlare, di capire che cosa stava accedendo e, dopo alcune insistenze, era finalmente riuscita a farsi raccontare che cosa accadeva quando i due bambini rimanevano da soli con il compagno della nonna. Il suo legale di fiducia ha scelto la via dell’accordo con la rappresentante della Procura e non ha mai fornito, almeno ufficialmente, la sua versione dei fatti. La decisione di patteggiare potrebbe derivare dalla constatazione che, di fronte ai racconti dei nipoti, la linea di negare e respingere le accuse poteva essere impraticabile da sostenere, ma potrebbe anche essere il segno che alcune circostanze siano vere mentre altre siano il parto delle fantasia dei due minorenni, che se le sono solo immaginate. Una strada difficile anche questa, soprattutto se le circostanze sono da provare in un’ aula di tribunale. Con un patteggiamento di due anni, il sessantenne non andrà in carcere, dovrà soltanto stare attento a non ripetere ciò che ha già fatto, allora sì che le porte di una cella potrebbero spalancarsi per ospitarlo. Per ora, comunque, deve trovare un po’ di soldi: se non risarcirà i genitori dei due ragazzi, difficilmente il giudice accoglierà il patteggiamento a due anni. (g.c.)
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