Molesta la collega, denunciata 35enne

Bibione. La donna è finita nei guai per stalking. Inondava di sms morbosi la compagna d’ufficio che si è rivolta alla Polfer
Di Rosario Padovano
cellulare stalking sms persecuzione
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BIBIONE. Una donna di 35 anni originaria di Latisana, ma residente a San Michele, è stata denunciata per stalking ai danni della sua migliore amica, un’altra “lei” con cui condivide anche il posto di lavoro nella medesima azienda di Bibione.

La vittima, più giovane di qualche anno, riceveva di continuo, da nove mesi, sms e lettere anonime. La situazione però stava degenerando, al punto che la destinataria delle morbose attenzioni non sapeva davvero come fare.

Pochi giorni fa è giunta l’attesa svolta. Polizia ferroviaria di Portogruaro e Polizia locale di San Michele Bibione hanno nesso alle strette la migliore amica della vittima, ottenendo una piena confessione.

Tra l’altro la trentacinquenne per non destare sospetti, ha finto di ricevere sms e messaggi anonimi.

All’origine del comportamento della stalker c’era un amore non corrisposto. A dire il vero la 35enne non si era mai dichiarata all’altra donna, sebbene da anni condividano un forte legame d’amicizia che le ha portate a scegliere pure di lavorare assieme.

Il caso di stalking, alla fine, si è rivelato difficile e delicato. Tutto è cominciato nove mesi fa quando sul telefono cellulare della giovane sono cominciati ad arrivare sms anonimi, dal contenuto che faceva trasparire un interesse spinto. Solo che questi messaggini erano anonimi.

Tra l’altro arrivavano a destinazione non attraverso i comuni sms telefonici, bensì da una piattaforma digitale molto simile al comune Whatsapp, per la quale comunque serve una ricarica telefonica.

Dopo gli sms sono cominciate ad arrivare anche le lettere, sempre anonime. Chi le spediva conosceva dunque anche l'indirizzo della persona presa di mira.

La vittima è andata sempre più in crisi e, spaventatissima, si è quindi rivolta alle forze dell’ordine, mostrando il contenuto sia degli sms che delle lettere.

Così si è presto scoperto che all’origine delle molestie si nascondeva una persona che aveva un interesse manifesto per approcciare sessualmente la vittima.

Gli agenti della Polfer e della Polizia locale hanno compiuto vari sopralluoghi nelle tabaccherie di Bibione, scoprendo alla fine la rivendita nella quale veniva ricaricato il telefonino della stalker, abile anche a ricaricare pure il telefono della vittima, sperando in una sua risposta.

Dopo vari pedinamenti, si è scoperto che a compiere quelle ricariche era proprio l'amica del cuore. Messa alle strette ha confessato.

La vittima era ignara della passione che F.D. nutriva nei suoi confronti. Ora la parola passa alla Procura di Pordenone. I giudici dovranno stabilire se stalker e vittima potranno continuare a lavorare nello stesso ufficio.

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