Moglie morta nello schianto il marito viene scagionato

Il pm Crupi ha ottenuto l’archiviazione mentre sarà processato per omicidio colposo il 24enne albanese Celaj che guidava la sua auto ad alta velocità
Di Giorgio Cecchetti

Inizialmente era finito sotto inchiesta anche Alessandro Tagliapietra, il marito della vittima, Federica D’Este, ma il pubblico ministero Francesca Crupi ha chiesto e ottenuto dal giudice dell’udienza preliminare l’archiviazione dell’accusa, mentre sarà processato per omicidio colposo della donna e per lesioni riportare dalla figlioletta, che allora aveva 4 anni, e del marito l’albanese 24enne Alexander Celaj. Ieri, il magistrato ha deciso per il rinvio a giudizio: Federica D’Este, madre quarantenne di Carpenedo, era morta nell’incidente del 26 settembre 2012 fa all’incrocio tra via Martiri della Libertà e via Porto di Cavergnago.

A ricostruire la dinamica dell’incidente i vigili urbani del Reparto motorizzato. In base al racconto dei testimoni le due auto, cioè la Renault Scenic su cui viaggiava la famiglia di Carpenedo e la Skoda Octavia dei due albanesi (Celj era assieme ad un collega di lavoro, entrambi fanno i camerieri al ristorante la Madonna, in centro storico) viaggiavano lungo via Martiri della Libertà. La Renault proveniva dal Terraglio e, arrivata all'incrocio con via Porto di Cavergnago, ha iniziato la manovra per svoltare a sinistra. L'altra auto percorreva la strada in senso opposto. I due arrivavano da San Giuliano ed erano diretti verso il Terraglio perché avrebbe dovuto raggiungere il campo di calcetto per giocare un partita. A quel punto, erano circa le 19.30, lo scontro violento. Le due auto, dopo l’impatto, si sono fermate a dieci metri oltre l'incrocio in direzione del Terraglio. La Scenic completamente fuori della carreggiata, mentre la Skoda solo parzialmente. La prima aveva il muso rivolto verso il Terraglio, la seconda con la parte anteriore rivolta nel senso opposto. Cosa fosse veramente successo, chi aveva sbagliato o aveva mancato la precedenza al momento era stato difficile da stabilire. Di sicuro comunque i due semafori per chi percorre via Martiri sono sincronizzati. Il pubblico ministero di Venezia ha chiesto agli inquirenti di ricostruire soprattutto la velocità dei mezzi. E alla fine la ricostruzione ha stabilito che l’auto dei due giovani albanesi correva ad alta velocità, tale da non permettere ad Alexander Celaj di frenare quando si è accorto della Renault che stava svoltando a sinistra. Tagliapietra probabilmente aveva visto arrivare la Skoda che, però, era molto lontana e non poteva immaginare che grazie alla velocità sarebbe piombata sull’incrocio in pochi attimi. La famiglia di Carpenedo è stata risarcita anche per le gravissime lesioni riportate dal marito, rimasto in prognosi riservata alcuni giorni.

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