Mobilitazione nel Sandonatese per Lola, il pitbull in pericolo: «Pronti a salvarla»
SAN DONA’. Scatta la mobilitazione, nel Sandonatese, a sostegno di Lola, la pitbull pezzata i cui padroni cercano disperatamente un proprietario per evitare di doverla sopprimere, vista l’impossibilità dichiarata di cederlo a un canile che lo possa accogliere. Ma Lola non sarà abbattuta. La Leidaa Venezia, Lega difesa animali e ambiente, è intervenuta per cercare di risolvere questa situazione. «I cani non possono essere abbattuti: Lola sta bene ed è al sicuro in attesa che qualcuno se ne prenda cura».
Tanti lettori hanno chiamato a San Donà il presidente regionale, Andrea Marin, per chiedere informazioni sul destino del cane. Una donna di San Donà, in particolare, ha cercato di rendersi disponibile: «Lo avrei preso io, ma non ho i mezzi e neppure l'età per farlo e mi sono preoccupata per la sorte di quell’animale».
Marin, avendo ricevuto tante telefonate di persone in forte apprensione che chiedevano cosa sarebbe potuto accadere a Lola, un bel pittbul pezzato, con le guardie zoofile della Leidaa chiarisce la legislazione in materia.
«Riteniamo della massima importanza far sapere che le vigenti normative vietano gli abbattimenti indiscriminati di animali», premettono i referenti di Leidaa Venezia. «Anche solo adombrare la possibilità di sopprimere un animale è un comportamento altamente diseducativo. La soppressione di un animale, secondo l’ordinamento giuridico italiano, è ammessa solo in casi ben specifici, di comprovata aggressività e pericolosità, oppure gravemente malato. E deve trattarsi di malattia allo stato terminale e incurabile, una patologia o uno stato di salute quindi irreversibili e provocanti inutili sofferenze e dolore».
«Ai sensi della Legge 14 agosto 91 numero 281 in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo», precisano le guardie zoofile, «non è inoltre consentita la soppressione degli animali randagi o presenti nelle strutture di ricovero quali canili e gattili se non nei casi citati. Non è quindi consentita la pratica di soppressione di un'animale per futili e ingiustificati motivi» prosegue, «ovvero qualora il proprietario non voglia più detenerlo, badare ad esso, o voglia smettere di prendersene cura, oppure per sopraggiunta anzianità dell'animale stesso. L'uccisione ingiustificata di animali è un reato previsto dal codice penale che recita che prevede che chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi. Certe pratiche non solo sono illegali, ma anche immorali».
Chi si trovasse nell’impossibilità di tenere un cane, quindi, come nel caso di Lola, deve risolversi alle strutture in grado di offrire le necessarie informazioni per risolvere la situazione e trovare qualcuno che lo accolga. Leidaa invita a scrivere a leidaavenezia@libero.it oppure a contattare il 375.7089406.
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia