«Mobilitazione fino a metà settembre»
«Non ci arrendiamo, la Vallenari bis non la vogliamo e non ci serve». In duecento ieri pomeriggio si sono ritrovati davanti ai cancelli del liceo Stefanini per un’assemblea pubblica all’aperto. Tra i partecipanti seduti in circolo su sedie portate per l’occasione, rappresentanti di VivereMestre, del Coordinamento studenti medi, di Amico Albero, semplici cittadini e residenti della zona.
C’erano Mara Franco, Pino Sartori, la vicepreside dello Stefanini, Alessandra Pozzi («quegli alberi che tagliano li ho piantati io» ha detto). Tra i politici quasi nessuno; presente il consigliere di Favaro Lorenzo Luxardi.
Si è deciso che martedì pomeriggio, quando sarà in corso nel municipio di Mestre la commissione sulla Vallenari bis con l’audizione del comitato, davanti al municipio verrà organizzato un presidio pacifico. Si pensa inoltre di dar vita ad una grande manifestazione per metà settembre, inizio della scuola. «In questi giorni sono stati abbattuti una ventina di alberi e altri ne verranno tagliati», spiega dal megafono Federica «Vogliamo rallentare i lavori e arrivare all’inizio della scuola, quando ci saranno migliaia di studenti pronti a presidiare la zona ogni giorno».
«All’assessore Renato Boraso ha che ha chiesto dove eravamo sette anni fa», prende la parola Elisa Vanin, «dico che dovrebbe saperlo: eravamo qui, da anni raccogliamo sottoscrizioni, le abbiamo fatte avere anche all’allora quartiere. Non è certo colpa della cittadinanza se non si conoscono i progetti, i pareri. Vogliamo far sapere ai nostri figli cosa vedranno domani qui». «La normativa ambientale non è stata applicata come dovrebbe», precisa Roberto Scarpa, «sarà un caso? La Vinca non è mai stata resa pubblica. Ci sono 40 ettari di costruzioni, ma dove sta la Vas, la valutazione ambientale strategica? Evidentemente serviva. Andremo tutti sott’acqua?». «A parte le ragioni ambientali sottolineate più volte e in tutti i modi», ragiona Pino Sartori della Salsola, «ci sono da verificare alcuni aspetti poco chiari legati all’esproprio della parte di terreni e prati della Provincia, quella vicino alle scuole, e c’è una seconda questione: la Soprintendenza archeologica, cosa dice sul vecchio Porto di Cavergnago? Viene cancellata una traccia di storia: la stradina che portava al porticciolo sul Marzenego pare conducesse proprio all’antico Porto di Cavergnago usato dai mestrini per lo scambio di merci». Infine l’invito a perseverare. «Non è vero», dice una donna, «che non c'è niente da fare. Non ci credete, si può fare molto, nonostante il danno erariale». La mobilitazione riparte da domani.
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