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Aggiungere al pieno di gasolio dei “topi” da trasporto un additivo ricavato dagli scarti della viticultura, capace - si promette - di abbattere le emissioni di anidride carbonica del 9,2%, ma soprattutto del 60,4% quelle del Pm10 e del 5,7 per Nox, nonché di tagliare dell’8,8% i consumi dei mezzi.
È la proposta-promessa di Magigas D7, il prodotto già sperimentato sui bus Actv e sui treni delle ferrovie dello Stato e che ora approda per una sperimentazione in laguna, sulla base di un accordo tra l’azienda di consulenza ambientale Envicon, la Catil Servizi (tra le maggiori imprese di trasporto veneziane), Magigas e il patrocinio della Cgia. Per ora è una sperimentazione, ma il progetto di alimentare con biocarburanti le barche da trasporto e mezzi pubblici è una realtà avviata: «Abbiamo già presentato formale richiesta per un’area nei “100 ettari” Eni a Porto Marghera», osserva Stefano Biondi, ad di Evicon, «per realizzare uno stabilimento per distillare l’additivo dal biocarburante».
Il progetto sperimentale prevede una prima fase di analisi dei fumi prodotti dalle barche da trasporto, con “nasi” piazzati sulle imbarcazioni Catil, due delle quali saranno poi alimentate con l’additivo, per valutarne le emissioni. Per l’estate i risultati.
«Questo è un prodotto che può trasformare i motori attuali a standard Euro 5», osservano il direttore Cgia Gianni De Checchi e lo stesso Biondi, «e può servire da “ponte” tra la situazione attuale e un rinnovamento del parco mezzi che, necessariamente, dovrà attendere la fine-vita dei motori già acquistati.Una dimostrazione di sensibilità ambientale degli artigiani come altre nel passato». «Nel frattempo», conclude Giovanni Grandesso, titolare Catil, «ci auguriamo che ibridi e motori elettrici costino meno: oggi solo un pacco-pile costa 40 mila euro a barca». (r.d.r.)
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