Misura di prevenzione per Luciano Maritan

SAN DONA’. La Procura della Repubblica di Venezia ha chiesto la misura di prevenzione per Luciano Maritan, il nipote dell’ex boss di San Donà Silvano, divenuto ancor più noto da quando è finito sullo...

SAN DONA’. La Procura della Repubblica di Venezia ha chiesto la misura di prevenzione per Luciano Maritan, il nipote dell’ex boss di San Donà Silvano, divenuto ancor più noto da quando è finito sullo stesso banco degli imputati con l’ex presidente della Provincia e attuale assessore al Comune di Venezia Francesca Zaccariotto. Ieri, ne ha discusso il Tribunale del riesame di Venezia presieduto dal giudice Patrizia Montuori: i magistrati si sono riservati la decisione, che verrà presa nei prossimi giorni. La richiesta dei pubblici ministeri veneziani si deve al fatto che ritengono Maritan pericoloso a causa dei procedimenti penali (traffico di droga e bancarotta) di cui è stato protagonista.

Ieri, il suo difensore, l’avvocato Annamaria Marin ha cercato di smontare pagina per pagina la costruzione dell’accusa, dimostrando con numerosi documenti che Maritan non è più in carcere, bensì agli arresti domiciliari per scontare un residuo di pena, che tra l’altro la Corte d’appello ha notevolmente ridotto proprio poche settimane fa; che non era evaso quando la sua presenza era stata segnalata in centro a San Donà, ma aveva semplicemente ottenuto un permesso dal giudice di sorveglianza perché aveva appuntamento con un medico; che nella motivazione della sentenza di condanna per bancarotta il giudice esclude che abbia cercato e voluto il dissesto, insomma non c’era alcuna volontà.

I tre giudici del Tribunale valuteranno le conclusioni della Procura e del difensore e tra qualche giorno emetteranno l’ordinanza. Se dovesse scattare la misura di prevenzione, Maritan non potrebbe uscire durante la notte, non potrebbe frequentare locali pubblici, non dovrebbe frequentare persone con precedenti penali.

(g.c.)

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