Mister Kwong punta sull’area dei Pili

Interpellanza di Pellicani (Pd) al sindaco: «Chiarisca se l’imprenditore di Singapore ha manifestato interesse al waterfront lagunare di Porto Marghera»

PORTO MARGHERA. Ha già messo le mani, nel giro di un anno, su due edifici storici ceduti dal Comune come Palazzo Donà (tramite l’Ive) e Palazzo Poerio-Papadopoli, entrambi destinati a essere trasformati in alberghi. E ora sarebbe fortemente interessato anche all’area dei Pili, di proprietà della società Porta di Venezia, appartenente al sindaco Luigi Brugnaro, per un megainvestimento di tipo immobiliare, turistico, residenziale e dello svago sull’onda di un grande progetto similare, denominato Royal Wharf, che sta conducendo a Londra sul Tamigi, in un’area da recuperare con fronte acqueo, simile a quello di Marghera.



Lui è l’imprenditore di Singapore Ching Chiat Kwong e la sua società Grandeur Oxley Holding Limited si è appunto già aggiudicata Palazzo Donà in Campo Santa Maria Formosa e ora anche Palazzo Poerio Papadopoli (sede del Comando dei vigili urbani, destinato a spostarsi al Tronchetto), visto che la sua offerta irrevocabile d’acquisto da 10,8 milioni non ha trovato concorrenti e dunque il Comune sta procedendo all’aggiudicazione, anche qui per una trasformazione di tipo alberghiero.

Ma l’interesse dell’immobiliarista asiatico ora si sarebbe spostato anche sull’area dei Pili, dove di recente il sindaco ha ribadito la volontà di realizzare anche il nuovo palazzetto dello sport da 10 mila posti dove dovrebbe giocare la sua Reyer.

Si starebbe già lavorando, con l’impegno anche di alcuni professionisti locali e di un architetto ben noto del territorio, a un progetto di riutilizzo dell’area dei Pili, dove sarebbe previsti un grande albergo fronte laguna, un centro commerciale con parcheggi coperti, alcune torri per uffici, una residenza di lusso per anziani, villette unifamiliari con vista laguna, darsena turistica con club house. E, naturalmente, il Palazzetto dello sport, la cui realizzazione andrebbe a parziale copertura della vendita dell’area da parte della società di Brugnaro e probabilmente anche una nuova sede del casinò (come già proposto da qualcuno) spostato qui, alle porte della città storica. Tutto passerebbe naturalmente prima dal cambio di destinazione d’uso delle aree dei Pili che ancora non consentono questo sviluppo urbanistico. Che qualcosa si stia muovendo lo conferma anche l’interpellanza al sindaco appena depositata sulla questione da parte del consigliere comunale Nicola Pellicani (Pd) che ricorda appunto le recenti acquisizioni di Palazzi Papadopoli-Poerio e Palazzo Donà da parte dell’imprenditore di Singapore. E si chiede, visto che «il medesimo immobiliarista asiatico coltiva vari interessi in diverse aree metropolitane in varie parti del mondo, soprattutto nel campo della rigenerazione urbana lungo i waterfront delle grandi città; e in particolare sta sviluppando a Londra sull’asse del Tamigi un grosso intervento immobiliare a fini turistici, ricettivi, residenziali e direzionali». E visto «l’interesse di tale imprenditore per la Città di Venezia e considerata l’intensa attività che l’amministrazione comunale, anche attraverso l’Agenzia di Sviluppo, sta conducendo per la promozione, il rilancio e la riqualificazione di varie parti del territorio comunale, a partire dalle zone dismesse di Porto Marghera» chiede appunto «se l’imprenditore Ching Chiat Kwong, o una società a lui riconducibile» risulta aver manifestato interesse per promuovere un progetto nel territorio comunale con caratteristiche simili all’intervento in corso a Londra. In particolare se «ha manifestato interesse per realizzare un progetto sul waterfront di Porto Marghera nell’area dell’ex Prima Zona industriale a fini turistici, ricettivi, residenziali, direzionali e sportivo-ricreativi».

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