Missione all’Enac per l’allargamento di Ca’ Noghera
«Dovrebbe esserci uno sblocco a breve», dice cauto il vicesindaco di Venezia, Sandro Simionato. In Comune si lavora per non chiudere la porta all’allargamento della sede di Ca’ Noghera del Casinò. Dopo l’annuncio del blocco alla gara da 8 milioni di euro dato dall’amministratore delegato della casa da gioco Vittorio Ravà ai sindacati dovuto ai nuovi vincoli posti sull’area dall’Enac, l’Ente nazionale di aviazione civile, si scopre che qualcosa si sta muovendo. C’è stata mercoledì infatti una missione romana del direttore dello Sviluppo del territorio del Comune, l’architetto Oscar Girotto che ha consegnato alla direzione Enac il piano di rischio per l’aeroporto Marco Polo che segue quello già approvato per il Nicelli del Lido. A quanto si è appreso dalla riunione tra Enac e Comune, l’ente di aviazione civile si è preso un mese per le valutazioni tecniche. «Se va come credo, nell’arco di un mese e mezzo avremo una risposta credo positiva e tutte le pratiche oggi fermate dai vincoli di Enac dovrebbero sbloccarsi automaticamente», pronostica l’assessore all’Urbanistica Ezio Micelli. Il Comune ha dovuto attendere per presentare il piano di rischio di chiarire prima la partita seconda pista del Marco Polo, inserita nei vincoli, per un errore ammesso da Enac e contro cui il Comune ha presenta opposizione, e al centro di polemiche. Ma la preoccupazione per il futuro del casinò rimane all’attenzione dei partiti. Pd e Udc attendono la riunione di maggioranza della prossima settimana «per fare il punto con il sindaco sul futuro», dice Claudio Borghello, mentre Simone Venturini vuole «anche un piano b in caso la vendita non vada in porto e si torni ad un rilancio in house». Beppe Caccia (In Comune) conferma che per Ca’ Noghera pare vicino lo sblocco della gara: «Di certo non faranno un grattacielo, quindi bloccare quel progetto è assurdo». Sul casinò resta critica la Lega Nord: «La vendita del Casinò ritarderà di qualche mese il tracollo, di certo non salverà le casse comunali, come vogliono far credere quelli che guidano Ca’ Farsetti» dice Alessandro Vianello.
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