Mirko dona il midollo e salva un malato di leucemia
PADOVA. Eseguito ieri il primo trapianto di midollo dalle creste iliache (le ossa del bacino dalle quali si estrae il midollo) del 2016 che potrebbe salvare la vita ad un giovane italiano. Per il generoso donatore una notte di degenza in ospedale, un po’ di dolore, ma tanta soddisfazione per aver salvato una vita. Il registro nazionale dei donatori pretende il rigoroso anonimato per il malato: di lui si sa solo che è un paziente italiano pressappoco della stessa età del donatore.
Quest’ultimo, invece, si chiama Mirko Masiero, è padovano, tra un mese compirà 40 anni ed ha acconsentito con entusiasmo a regalare una parte di sé al suo “gemello genetico” in difficoltà. Mirko abita a Torre e nel 2010 si è iscritto ad Admo (l’associazione donatori di midollo osseo), entrando così nel registro mondiale dei donatori. Per iscriversi basta un esame del sangue e si viene “tipizzati”; significa che il dna così estratto viene inserito nelle liste mondiali dei potenziali donatori. Alcuni mesi fa il dna di Mirko ha acceso la speranza a un malato di leucemia e alla sua famiglia visto che corrispondeva all’identikit cercato. Il donatore è stato così chiamato a sottoporsi ad altri esami medici per misurarne la compatibilità con il paziente malato in attesa di trapianto.
Mirko non è stato l’unico donatore allertato, ma l’unico ad essere selezionato per il trapianto. Il suo gesto altruista concede molto più di una speranza ad un ammalato che, altrimenti, non avrebbe avuto altre possibilità di vita. Con la donazione di Mirko, Admo Padova raggiunge il traguardo di 94 donazioni effettuate dal 1992 ad oggi. Nel 2015 sono state 3 le donazioni di midollo, 2 di queste sono andate a pazienti esteri, in Austria e Ungheria. Cinque le donazioni padovane nel 2014 di cui due per pazienti esteri. Di Mirko e del suo gesto si è parlato anche martedì sera, il giorno prima dell’intervento, nella sede comunale della Protezione Civile di Padova che ha voluto ospitare Admo per una lezione. I volontari hanno ascoltato Milena Luca, responsabile per le donazioni di midollo del Centro trasfusionale ai Colli e gli altri testimoni della serata: il rugbista Mauro Bergamasco e il campione olimpico di canottaggio Rossano Galtarossa. Accanto ai grandi campioni anche due eroi silenziosi e “normali”, Francesco Bononi papà di due bambini, residente a Rovolon, uno dei tre donatori dello scorso anno e Marta, moglie di Alfredo Drago, volontario della Protezione Civile nonché tessera numero uno di Admo. Marta 16 anni fa ha donato il cordone ombelicale dei due gemelli. Due anni fa è stata contattata per ulteriori domande e per l’assenso alla donazione delle cellule staminali presenti nel suo cordone ombelicale e nella scelta ha potuto coinvolgere anche i gemelli, allora quattordicenni.
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia