Mirano, sosta autorizzata ai nomadi per assistere familiare grave

Polemiche per il permesso dopo l’incidente di un giovane della carovana La Lega insorge: «Pericoloso precedente». I residenti protestano: «È un letamaio»

MIRANO. Un giovane nomade rimane gravemente ferito in un incidente stradale, il Comune stavolta apre le porte alla carovana dei famigliari, concedendo l’accampamento per assisterlo mentre è in ospedale.

Ma la Lega insorge: «Pericoloso precedente». Il Comune ha deciso l’eccezione alla regola nei giorni scorsi, concedendo un’autorizzazione alla sosta per motivi sanitari. Il permesso riguarda una decina di nomadi, con tre camper, che dalla scorsa settimana stazionano nel parcheggio degli impianti sportivi, dove vige normalmente il divieto di campeggio. La famiglia, di rom italiani, proviene da Brescia e non ha possibilità di assistere da vicino il ragazzo, rimasto coinvolto la settimana scorsa in un grave incidente a Zianigo e ricoverato ancora in prognosi riservata nell’ospedale cittadino. I residenti e la locale sezione della Lega Nord però non ci stanno e tornano alla carica mostrando le foto di com’è ridotta l’area verde dei campi sportivi dopo soli pochi giorni di permanenza: una latrina a cielo aperto.

Era già successo in passato, con carovane nomadi su cui pendeva l’ordinanza di sgombero, poi avvenuto. Stavolta il benestare del Comune, che ha rilasciato l’autorizzazione, infervora ulteriormente gli animi, con buona pace dei motivi umanitari: «Non sapevamo che a Mirano ci fosse un luogo adibito a campeggio, forse è una nuova opportunità offerta dalla giunta, nonostante il divieto di campeggio», tuona il segretario del Carroccio Flavio Celegato, «passino i motivi sanitari, ma gli impianti sportivi sono un luogo pubblico, senza alcun servizio igienico e dove vigono specifici divieti per i quali ogni eccezione può diventare la regola».

A lamentarsi nei giorni scorsi sono stati anche alcuni residenti, che la sera escono a fare due passi nel quartiere vicino all’area verde tra il parcheggio dello stadio e via Matteotti, ora ridotto a un letamaio. «La legge e i divieti non devono essere un optional, perché a questo punto chiunque non residente in città e che avesse un caro in ospedale, può venire a Mirano in roulotte o camper. Visto che a Mirano ci sono ben due campi nomadi, in via Palazzone e in via Stazione, non potevano essere indirizzati lì?». «L’autorizzazione è temporanea e particolare», precisa il sindaco Maria Rosa Pavanello, «avessimo concesso un locale avremmo avuto spese oltre alle proteste. In questo modo ce la siamo cavata con 10 giorni di autorizzazione a tre roulotte appena, con l’obbligo di effettuare la pulizia dell’area una volta lasciato il piazzale. L’autorizzazione riguarda il caso specifico, il divieto di stazionamento generale rimane valido».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia