Mirano “isola felice” con tanti problemi

Acceso confronto sulla sicurezza in via Gramsci: tra le proposte telecamere, gruppi di vicinato e la recinzione del parco
Di Filippo De Gaspari

MIRANO. «A Mirano, e in via Gramsci in particolare, non ci sono problemi di ordine pubblico di sorta». Nell’assemblea sulla sicurezza del quartiere, carabinieri e sindaco snocciolano i dati: un paio di arresti negli ultimi tre anni, non più che in altre zone della città. Ma tra i circa 80 presenti che, esasperati da schiamazzi notturni, ubriachezze moleste, vetri rotti e perfino un pestaggio, hanno presentato una petizione al Comune, il sollievo è poco.

Nella sede Ascom di Mirano, in via Firenze 12, dietro il supermercato Lidl, di fronte ai rappresentanti di Comune e forze dell’ordine, sale alto il grido di via Gramsci: «Quello che abbiamo denunciato sta diventando la norma, non abbandonateci».

Isola felice. «Rispetto a molte situazioni, anche vicine, Mirano non presenta problemi di ordine e sicurezza pubblica». E con Mirano s’intende anche via Gramsci. A dirlo è il comandante della stazione locale dei carabinieri, maresciallo Leonardo Mirto. «Questo non significa che il quartiere non abbia problemi», prosegue il maresciallo, «ma un conto è parlare di risse, spaccio, prostituzione, altra cosa sono schiamazzi, musica, ubriachi». Insomma, più maleducazione che criminalità, dettata anche dalla coesistenza di culture differenti. Si possono aumentare i controlli (numero di pattuglie e vastità del territorio permettendo), ma spesso i militari non possono andare oltre l’identificazione dei molesti: dopo, nel caso, serve querela di parte. Prima, sicuramente, la chiamata dei cittadini. E Mirto invita i residenti a collaborare: «Chiamate e denunciate».

Isola felice, non serena. Il problema è convincere i residenti che non c’è un problema. Che sia di ordine pubblico o meno, poco importa. «Noi non dormiamo la notte, capite?», incalza una signora, «l’estate è stata invivibile, abbiamo bisogno di controlli e di interventi strutturali». «Sono di Mestre e ho scelto Mirano», aggiunge un’altra, «non vorrei dover scappare anche da qui, la situazione è peggiorata anno dopo anno». «È troppo chiedere più controlli? Anche solo un passaggio di una pattuglia ogni tanto magari consiglierebbe a qualcuno di cambiare zona», dice un ragazzo.

Il parco? Chiudetelo. L’esempio lampante è l’area verde di via Torino, di là dai condomìni di via Gramsci. Otto anni fa salì alla ribalta a causa della battaglia del quartiere contro il progetto di realizzare parcheggi attorno al parco giochi. I giardinetti furono salvati dalla mobilitazione generale, oggi gli stessi residenti chiedono addirittura di chiuderli con un recinto e un cancello, per evitare assembramenti notturni molesti. «Giocano a pallone alle 3 di notte», protestano, «musica, urla e schiamazzi: abbiamo finito di vivere. Sono state trovate anche delle siringhe. E dovrebbero giocarci i bambini».

Sorveglianza. Per carabinieri e vigili un buon deterrente (ma niente più) possono essere le telecamere. Serve però un progetto, l’ok della Prefettura e molti soldi. La ricetta della sindaca Maria Rosa Pavanello passa anche per l’associazione di cittadini: «Avete pensato al controllo di vicinato? Per quanto poco aiuta a tenersi in contatto, sorvegliare il quartiere, avere un referente. E non pensiamo che i locali siano per forza un disturbo: anzi, spesso aiutano a tenere controllata certa devianza, come gli ubriachi».

Controlli ce ne saranno, anche dal Comune, che verificherà orari e autorizzazioni, per esempio, delle sale giochi e dei bar aperti fino a tardi.

Ai presenti non basta: la promessa più allettante è l’inverno alle porte. Con il freddo, almeno, grane e paure resteranno chiuse fuori dalle finestre per un po’.

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