Mira, gli operai occupano la Navalmeccanica

MIRA. I dipendenti della Navalmeccanica di via Maestri del Lavoro a Gambarare di Mira hanno occupato ieri mattina la fabbrica. Di lì non si muoveranno finché Claudio Pasqualin, proprietario della Tecnolegno di Carbonera (Treviso) e nuovo titolare dell’azienda, non pagherà gli stipendi arretrati ai 18 dipendenti licenziati e non assumerà gli altri 17 come previsto dall’accordo siglato dalle Rsu a dicembre.
Secondo l’accordo non sottoscritto dai sindacati, ma siglato dalle Rsu, solo 17 lavoratori su 34 dovevano essere presi in forza dalla nuova società. I 18 licenziati avrebbero dovuto almeno veder saldati i mesi in arretrato, entro il 31 dicembre. La data è scaduta ma di soldi e assunzioni nessuna traccia.
Navalmeccanica aveva in forza ultimamente 34 dipendenti. Fino al 2010 tutto ha filato per il verso giusto, dal 2011 la crisi ha fatto precipitare le cose. 22 lavoratori hanno chiesto istanza di fallimento perché avanzano anche otto mesi di arretrati, per una somma complessiva che sfiora i 200 mila euro. «Non ne possiamo più», spiegano Gianni Sabbadin, Armando Paolini, Roberto Spinadin, Giancarlo Boscolo Bozza, Enrico Pomiato, Saverio Scanferla, «i nuovi proprietari ci stanno prendendo in giro. Stiamo aspettando anche otto mensilità arretrate che non ci sono state ancora date. Nessuno di quelli che dovevano essere assunti dalla Tecnolegno è stato assunto. Queste persone si fanno beffe persino dei contratti scritti.Come possiamo fidarci di loro?».
All’arrivo dell’ex titolare Nevio Ferretto in fabbrica ieri mattina sono scoppiate contestazioni. «Ci hai rovinato», hanno gridato alcuni operai, «ci hai fatto lavorare per 500 euro al mese promettendoci soldi che poi non sono mai arrivati. La ditta è stata sull’orlo del fallimento per colpa tua». Ferretto ha provato a difendersi, spiegando che è stata colpa della crisi, ma ha dovuto andare via perché subissato dalle critiche degli operai. Operai che per protesta hanno occupato la fabbrica . «Non ce ne andremo», hanno detto, «finché la nuova proprietà non avrà fatto le assunzioni sottoscritte dall’accordo e non avrà saldato gli stipendi arretrati». Fra le possibilità di cui si è discusso nelle scorse settimane con la nuova proprietà per saldare l’insoluto c’è stata quella di tirare in ballo un bene aziendale come uno yacht superlusso invenduto e mai consegnato da 5 milioni di euro.
Una risposta in tarda serata è arrivata dal nuovo proprietario Claudio Pasqualin: «Domani (oggi) completerò la procedura dell’affitto d’impresa siglando il passaggio definitivo e farò partire le assunzioni previste, salderò gli arretrati che i lavoratori avanzano da mesi».
In fabbrica ieri mattina per portare la sua solidarietà ai lavoratori in lotta è arrivato anche il referente di zona della Fiom Cgil, Giuseppe Minto, che ha fatto pressione affinché si accelerino gli iter burocratici per poter far rispettare gli accordi sottoscritti dai lavoratori e non firmati dai sindacati.
Alessandro Abbadir
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia