Miozzi accusato di truffa indagine su 350 mila euro
Per la Procura di Venezia, l’ex presidente nazionale del Movimento consumatori Lorenzo Miozzi si è appropriato di fondi pubblici della Regione Veneto e della Camera di commercio di Venezia per 350 mila euro e per altri 47 avrebbe tentato di farlo: soldi ottenuti per progetti associativi che - secondo il pubblico ministero Stefano Buccini - non sarebbero però stati legittimamente spesi, a fronte di fatture intestate a società riconducibili allo stesso Miozzi o a fornitori estranei ai lavori.
È così di truffa aggravata l’accusa della quale deve rispondere Miozzi, oggi imprenditore nel campo della ristorazione con l’Officina del gusto di Mestre e la gestione della Porta gialla del Parco di San Giuliano: il pm Buccini ha chiuso le indagini, depositando gli atti. La difesa ha un mese di tempo per presentare proprie memorie, poi la partita passerà davanti al giudice per le udienze preliminari, che dovrà decidere sul rinvio a giudizio o l’archiviazione del caso. «Ci faremo interrogare: sicuramente», commenta l’avvocato difensore Renato Alberini, «perché siamo certi di poter spiegare ogni singola contestazione, anche se alcune ci sono state fatte in “zona Cesarini”: abbiamo interpellato la Regione e non c'è incompatibilità nel dirottare spese in società con partecipazioni di Miozzi. La nostra sarà una difesa totale, rivendichiamo la correttezza del nostro operato e non utilizzo fondi per finalità personali».
Lunghissimo l’elenco delle contestazioni mosse dalla Procura, al termine di una complessa indagine della Polizia tributaria della Guardia di finanza. Una montagna di danaro ricevuto per l’attività del Movimento consumatori tra il 2010 e il 2012, ma che sarebbe sparita. Per quanto riguarda i fondi regionali sono contestati: 77 mila euro sui 120 mila ricevuti per il nuovo sito del Movimento; 125 mila sugli 185 mila per Consumatori in Piazza; 10 mila sugli 85 mila ricevuti per il festival dei Consumatori; 32 mila sui 50 mila per gli Sportelli per i consumatori; 9 mila su 29 mila per “Il Veneto per i consumatori” e una tentata truffa per 47 mila euro (non incassati) per “Facciamo i conti”. Poi i fondi ottenuti dalla Camera di commercio: 30 mila quelli contestati sui 60 mila per “Veneto 2020”; quasi tutti i 10 mila euro incassati per “Aequa promozione conciliazione”; 17 mila euro su 23 per “100% educazione cittadinanza economia”; 5 mila su 10 mila del progetto “Odio i falsi”; i 36 mila del contest “Facciamo i conti”, la metà dei 7500 euro per “Turismo sostenibile”.
Resta aperta un’altra indaginie a carico di Miozzi, come consulente fiscale, denunciato da decine di suoi clienti che sostengono di avergli consegnato il danaro per far fronte agli oneri fiscali, lui dice di aver fatto solo consulenze.
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