Mion, Seno, Bossi, Cerchiai e Beraldo. Ecco i soci dello stadio del Venezia da 200 milioni

Si chiama «Ponte della libertà srl» la società che intende sviluppare il nuovo impianto sportivo vicino all’aeroporto internazionale Marco Polo a Tessera

MESTRE. Si chiama Ponte della Libertà la srl costituita nel giugno dell’anno scorso davanti al notaio Pierpaolo Doria per sviluppare il progetto dello stadio da calcio a Tessera. «Entro fine marzo lo presenteremo», dice Gianni Mion, il presidente di Edizioni, la holding del gruppo Atlantia che è anche presidente della “Ponte della Libertà” srl che ha un capitale sociale deliberato di 200 mila euro (versato e sottoscritto 192.500) e conta 11 soci. Alcuni dei nomi sono stati svelati ieri pomeriggio dal sito Dagospia, in un breve articolo firmato “Anonimo Veneziano”. Nomi confermati da una visura camerale, dalla cui lettura ne emergono altri.

Le quote

Oltre a Mion, che è presidente della società e detiene una quota di 50 mila euro, ci sono inoltre l’avvocato Alessandro De Nicola presidente dell’Adam Smith Society, (50 mila euro), la commercialista veneziana Miriam Dissegna (15 mila euro), il trevigiano Aldo Santi (15 mila euro), Giovanni Bossi già a capo di banca Ifis e ora ad di Cherry Npl (10 mila euro), il presidente di Atlantia (della famiglia Benetton) Fabio Cerchiai (10 mila euro), il presidente nazionale dell’associazione dei commercialisti, Massimo Miani (10 mila euro), Antonio Marchesi per molti anni manager di punta della Deloitte & Touche (10 mila euro), il direttore del quotidiano “Il Gazzettino” Roberto Papetti (10 mila euro), il direttore generale di Avm-Actv Giovanni Seno (10 mila euro), e infine l’amministratore delegato di Oviesse Stefano Beraldo (con la quota più leggera: 2.500 euro).

Gli amministratori

Un gruppo di persone messo insieme da Mion e De Nicola, che sono rispettivamente presidente e vice presidente del Consiglio di amministrazione. Sono quattro invece i consiglieri: Dissegna, Santi, Papetti e Miani. L’oggetto sociale della società, che ha sede a Cannaregio 5557, riguarda «la ricerca, la selezione di potenziali partecipazioni in altre imprese focalizzate nello sport business» e anche «la costruzione, l’acquisto o la vendita, la permuta la gestione o la locazione di immobili di ogni genere e terreni». Tra i titolari delle quote Giovanni Seno, in quanto direttore generale di Avm-Actv, ricopre anche un incarico pubblico nella azienda più importante della città, che gestisce il trasporto pubblico. A coinvolgerlo nell’iniziativa, poco più di sei mesi fa, sarebbe stato l’avvocato De Nicola, di cui era compagno di scuola. Raggiunto al telefono, Seno preferisce non commentare la sua partecipazione nella Srl. «Tutti i soci partecipano a titolo privato a questa iniziativa per la realizzazione dello stadio», commenta invece il presidente della Ponte della Libertà Srl, Mion, «quindi non ci vedono nulla di male e incompatibilità rispetto alle loro professioni».

Il progetto

«In questa fase», aggiunge Mion, «stiamo lavorando alla stesura di un progetto e di un piano economico finanziario. L’obiettivo è presentarlo, anche pubblicamente, entro la fine di marzo. E poi, se avremo l’autorizzazione del Comune a procedere, comincerà la fase più difficile, ovvero la ricerca dei finanziatori». Un investimento nell’area di Tessera che per Mion potrebbe essere superiore ai 200 milioni di euro. Nel progetto ci sono, oltre allo stadio, un paio di alberghi e un centro commerciale. «Sarà un progetto che dovrà essere realizzato insieme ai soci americani proprietari del Venezia Calcio che potranno partecipare all’investimento», aggiunge, «lavoreremo insieme a loro ma ci vorrà tempo, soprattutto per trovare i finanziatori, sperando di trovarli».

Sulla vicenda del direttore del “Gazzettino”, Roberto Papetti, che compare nella lista dei soci, l’Ordine dei Giornalisti e il Sindacato dei giornalisti del Veneto hanno emesso un comunicato congiunto dal titolo “Il giornalista e l’obbligo di essere e apparire libero e indipendente”, in cui si sottolinea che un direttore è “garante dell’autonomia e indipendenza della testata, della sua credibilità e autorevolezza: partecipare con una società a fini commerciali assieme a soggetti pubblici e privati, imprenditori e amministratori del territorio è potenzialmente lesivo dell’immagine di autonomia e indipendenza del giornale da lui diretto”.
 
Da parte sua il direttore del “Gazzettino” Roberto Papetti risponde con una nota in cui spiega: “avevo accettato di far parte della società Ponte della Libertà con spirito di servizio e nell'intento di mettermi a disposizione del territorio, senza alcun fine di lucro. Vedo che questa mia scelta ha suscitato invece polemiche e incomprensioni che non voglio in questa sede neppure commentare. Ho perciò deciso di uscire dalla società e ho inviato al suo presidente Gianni Mion una comunicazione in tal senso”.—


Francesco Furlan

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