«Mio fratello vittima di viale Vespucci»

Il dolore di Adriano Zentilini: «Strada troppo pericolosa, gli accessi delle zone interne rappresentano un rischio elevato»
Di Michele Bugliari
Incidente mortale in viale Vespucci a Mestre
Incidente mortale in viale Vespucci a Mestre

Scoppia il caso sicurezza stradale in città, dopo il terribile incidente di venerdì sera in viale Vespucci in cui ha perso la vita Maurizio Zentilini. L’uomo di 57 anni, residente in via Ponti, rione Pertini, lavoratore di Porto Marghera nel settore dei trasporti, poco prima delle 19 stava percorrendo la strada con il suo scooter, un Atlantic 250 dell’Aprilia, in direzione di San Giuliano, per tornare a casa dopo avere fatto la visita oculistica per il rinnovo della patente. Una Volswagen Golf grigia condotta da un ragazzo di 21 anni di origine serba proveniente dalla zona interna del viale, Corte Corallina, si è immessa nella strada principale girando a sinistra per compiere una svolta ad U, nonostante la manovra sia vietata dalla doppia riga della mezzeria. L’auto ha tagliato la strada allo scooterista intento nel sorpasso di un’auto, l’uomo è caduto e ha sbattuto, probabilmente con la testa, contro la parte bassa della Golf.

La vittima dell’incidente è stato soccorso dai medici del Suem, sopraggiunti con un’ambulanza ma non c’è stato niente da fare. Manuel Zentilini, figlio della vittima, stava seguendo in auto il padre, ma era rimasto indietro, “frenato” da un semaforo. Così gli è stato risparmiato lo spavento dell’incidente, ma certo lo strazio che ha provato quando è arrivato sul luogo dell’incidente è stato immenso.

Ieri Adriano Zentilini, uno dei quattro fratelli di Maurizio, ha parlato. «Viale Vespucci», ha detto l’uomo, «è una strada troppo pericolosa. Gli accessi delle zone interne sulla strada principale rappresentano un rischio troppo grande anche quando le auto rispettano l’obbligo della svolta a destra. Poi, se un veicolo gira a sinistra verso il centro, come è successo l’altra sera, è inevitabile che ci scappi il morto. Bisognerebbe chiudere gli accessi della zona interna di viale Vespucci sulla strada principale. Mio fratello è sempre stato prudente con lo scooter, non ha mai corso in vita sua. Stava andando ad una velocità consona ma gli hanno tagliato la strada con una manovra proibita e pericolosa. Se fosse stato in auto probabilmente si sarebbe salvato ma purtroppo venerdì, avendo visto il sole, aveva deciso di tirare fuori lo scooter».

Adriano Zentilini oltre al figlio Manuel, lascia la moglie Nicoletta Fuin e i quattro fratelli: Mario, Luigi, Giancarlo e Adriano. A causa degli accertamenti in atto per stabilire le responsabilità dell’incidente mortale, la famiglia non ha ancora potuto fissare la data del funerale che dovrebbe tenersi nei prossimi giorni nella chiesa del rione Pertini.

La questione sicurezza però è posta con forza anche da Luciano Pescarollo, presidente del comitato di via Fradeletto, che afferma: «Prima o poi era inevitabile che ci scappasse il morto. Sono troppo pericolosi quegli accessi che portano dalle zone interne al viale Vespucci. Porremmo la questione sicurezza all’amministrazione comunale».

Il presidente della Municipalità di Mestre Massimo Venturini sostiene: «È dal 2011 che abbiamo posto la necessità del restringimento ad una carreggiata di viale Vespucci in entrambe le direzioni, per ridurre la velocità dei veicoli lungo l’asse stradale. Quando c’erano i parcheggi con le strisce blu e la carreggiata era ridotta, c’era meno pericolo». Ma non si potrebbero chiudere le intersezioni di viale Vespucci con la zona interna, permettendo alle auto di entrare ed uscire attraverso viale San Marco? «Non si può scaricare tutto il traffico di entrata e uscita in viale San Marco», risponde Venturini, «perché lì dovrà passare il tram».

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