"Mio figlio vittima di bullismo a scuola"
SAN DONÀ. Ragazzo preso di mira dai coetanei a scuola, un caso di bullismo e cyberbullismo in una scuola media superiore del Sandonatese. A denunciarlo è la madre del minorenne, costretta a correre a scuola quando il figlio ha rischiato un pestaggio. Le violenze, fisiche e in rete, si sono scatenate a seguito di un episodio oscuro che si è consumato in piazza IV Novembre, alla fermata dei bus che portano i ragazzi a casa dopo la scuola. Il diciassettenne era come tutti i giorni immerso nella calca di studenti che cercano di entrare negli autobus sempre carichi di ragazzi. Avrebbe inavvertitamente spinto, così ha raccontato, una ragazza che poi ha detto di essere invece stata colpita al volto. La stessa ha chiamato il padre, che ha sgridato con determinazione il ragazzo.
Sembrava fosse tutto finito, da dimenticare come una lite tra ragazzi finita con un padre arrabbiato e protettivo che aveva richiamato con una certa severità il minore. «Invece era solo l’inizio», racconta la mamma preoccupata, «la ragazza ha detto a tutti che mio figlio l’aveva picchiata per entrare in autobus. Si è sparsa la voce e a scuola è stato accerchiato da una trentina di ragazzi che lo volevano percuotere e hanno iniziato a spintonarlo fuori dall’aula. Mi ha chiamato piangendo al telefono e sono dovuta correre a scuola a prenderlo, perché si era nascosto e non voleva più uscire».
Il bullismo si è quindi propagato in rete attraverso il social Twitter che in pochi caratteri permette di esprimere le proprie idee, anche in maniera violenta, su argomenti, temi, persone. «I ragazzi hanno iniziato a passarsi parola», dice ancora la madre, «sul fatto che mio figlio aveva messo le mani addosso a una donna, a una ragazza. Un’accusa infamante e voluta. Sono piovuti messaggi e offese di ogni genere, minacce. Addirittura nei miei confronti. Abbiamo raccolto tutto, compresi i nomi di chi ha scritto, e adesso presenteremo denuncia ai carabinieri, perché non abbiamo intenzione di lasciar correre e abbiamo paura. Dobbiamo assolutamente tutelarci». L’accanimento sui social network, che sfocia nel così detto cyberbullismo, è uno dei più spietati e ha reso tristemente famose queste forme di comunicazione in rete che stanno sempre più diventando uno sfogo per frustrazioni e cattiverie, andando ben oltre gli obiettivi che si erano prefissati i fondatori.
Alcuni ragazzi e ragazze divenuti bersaglio di offese continue hanno avuto forti esaurimenti e perdita di autostima, qualcuno si è addirittura tolto la vita. «La rete è stata davvero spietata con mio figlio», conclude la mamma preoccupata, «adesso mi vedo costretta, dopo questo episodio, a togliere il ragazzo dalla scuola per iscriverlo in un altro istituto, perché indietro ormai non possiamo tornare e sarà comunque additato sempre per questo episodio, quando non picchiato o offeso ovunque egli vada».
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