«Mio figlio salvato da bravi professionisti»
SPINEA. «Giulio salvato dalla buona sanità e dalla preparazione di soccorritori e medici: proporrò all’Asl 12 corsi specialistici sponsorizzati per formare sempre più operatori in grado di regalare ad altri la stessa professionalità che abbiamo trovato negli angeli custodi di nostro figlio».
Roberto Taroni lavora a Sofia, in Bulgaria, dove gestisce alcune società, tra cui la fondazione “The Bridge”, che si occupa anche di formazione. Mercoledì si è precipitato a casa, a Spinea, dopo aver saputo del terribile incidente capitato al figlio ventenne, ridotto quasi in fin di vita dopo uno schianto in moto sulla Triestina, a Tessera. Lunedì il giovane è stato trasferito dalla Terapia intensiva al reparto di Neurochirurgia. La prognosi resta riservata e Giulio non può ancora essere considerato del tutto fuori pericolo, per via dei rischi connessi alla lesione del fegato, alle fratture di due vertebre cervicali e altri complicanze. Ma il decorso postoperatorio, la risposta alle cure, le reazioni del giovane nei momenti in cui viene svegliato e lasciato interagire con i propri cari, vanno ben sperare medici e famigliari.
L’ultima settimana è stata un susseguirsi di ansie e attese: la madre del ragazzo, Sonia Stocco, non smette di leggere l’ultimo sms arrivato pochi istanti prima dell’incidente: «Mamma arrivo per cena, stai tranquilla perché vado piano piano, ti voglio bene, Giulio».
«Si è svegliato e sta lottando», racconta Roberto, «a noi questo ha dato tanto coraggio e speranza». Ne hanno dato anche altri promettenti segnali del destino: «Il fratello ha salutato i suoi 30 anni in ospedale, potendo riabbracciare Giulio e la sorella lunedì ha messo al mondo una splendida bimba di 3,3 chili». Emozioni che si accavallano in questi giorni per due genitori, che fanno la spola tra l’ospedale di Mestre, dov’è ricoverato Giulio e quello di Mirano, dov’è nata la nipotina. E tra un viaggio e la sala d’attesa Roberto ha il tempo di pensare a come sdebitarsi con gli angeli custodi di Giulio: «Sono gli operatori della Croce verde di Marcon e i vigili del fuoco che hanno strappato alla morte Giulio, con manovre da manuale in strada che se non fatte alla perfezione avrebbero potuto ucciderlo e i chirurghi di Mestre che lo hanno operato. Con la fondazione proporrò all’Asl 12 corsi specialistici per gli operatori del soccorso e nella gestione dei rapporti con i familiari, affinché la fortuna nella sfortuna, che è capitata a nostro figlio, possa essere sempre gestita ai massimi livelli».
Filippo De Gaspari
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