Minimarket etnici, via ai controlli di Comune e Ulss 3
MESTRE. Sicurezza, tutela delle condizioni igieniche e rispetto delle normative vigenti sono le tre condizioni alla base del percorso congiunto messo in atto dal Comune di Venezia e dalla Ulss 3 Serenissima che, in questi giorni, hanno iniziato una campagna di controlli nel centro di Mestre. Una decisione presa dai due enti al fine di garantire consumatori e cittadini e che ha già prodotto i primi risultati.
In particolare, i primi controlli sono partiti da 6 mini market del centro cittadino, gestiti, in questi casi, da cittadini provenienti da Bangladesh, Cina e Marocco.
Nel primo sono stati posti sotto sequestro dal servizio veterinario 7 colli di alimenti (5 di carne e due di vegetali) in quanto privi di etichettatura e di tracciabilità. È stata inoltre riscontrata dal Sian (Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione) la non conformità della cella frigo nonché la presenza di un divano negli spogliatoi. Il personale di Polizia locale ha contestato la mancanza dei cartellini con i prezzi sulla merce esposta e segnalerà all'Inps che il gestore ha avviato l'attività, ma risulta essere tornato nel suo Paese.
Al secondo negozio il Sian ha contestato spogliatoi ingombri (adibiti a magazzino) e la presenza di alimenti a terra, mentre la Polizia locale ha notificato la mancanza di prezzi su vari prodotti e della segnalazione degli orari di apertura e chiusura.
Nel terzo sono state sequestrate 46 bottiglie contenenti, presumibilmente, aceto senza etichetta in lingua italiana, 14 buste in plastica con prodotti alimentari e 7 confezioni di salame turco. Il Sian ha riscontrato che gli spogliatoi erano sporchi e ha dato la prescrizione di pulirli così come quella di sostituire il piatto per il taglio carne, troppo "usurato".
Nel quarto esercizio, dove gli ispettori hanno avuto difficoltà fin dall'inizio a causa dell'incapacità da parte del commesso di comprendere l'italiano, sono state sequestrate 6 bottiglie di una presunta salsa di soia per la mancanza dell'etichetta in lingua italiana e tre bottiglie verosimilmente contenenti una sorta di "acqua di rose".
La Polizia locale ha inoltre contestato la mancanza di esposizione dei prezzi. Dopo attente analisi i veterinari hanno accertato che il pesce venduto su ghiaccio era sano e che si trattava di vari tipi di pesci d'acqua dolce (carpe, pesci siluro) che non sono di uso comune sulle tavole degli italiani.
Anche negli ultimi due mini market il Sian ha riscontrato locali e spogliatoi sporchi, mentre la Polizia locale ha contestato il plateatico non conforme e ha provveduto a diffida amministrativa per la mancanza dei cartelli anti fumo. Infine sono stati contestati gli orari non esposti e una somministrazione di alimenti non autorizzata.
Le sanzioni hanno raggiunto in totale la somma di circa 15mila euro.
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