Mini margini e debiti frenano la crescita
di MORENO MANCIN
Il settore dell’edilizia e delle costruzioni rappresenta uno dei comparti più importanti della provincia, raggruppando al suo interno ben 54 aziende della Top 500 (quindi più di un’impresa su dieci rientra in questo settore), secondo per numerosità solamente al commercio all’ingrosso. Anche per volume di affari si posiziona nel secondo gradino più alto del podio grazie ai ricavi complessivamente generati che arrivano a superare 1,9 miliardi di euro, dietro al commercio al dettaglio.
Se analizziamo i valori aggregati del settore i risultati che si ottengono appaiono alquanto contrastanti, soprattutto sul versante economico. Il dato relativo alla variazione dei ricavi sul 2012 evidenzia una crescita del 15%, posizionando l’edilizia e le costruzioni al primo posto in termini di incremento del giro di affari sul 2012, a livello settoriale. Un dato abbastanza sorprendente se si considera che questo settore è sempre stato considerato uno tra quelli più penalizzati dalla forte congiuntura negativa che ha interessato la nostra economia negli ultimi anni. La crescita dei volumi trova, tuttavia, conferma anche nel dato relativo al numero di imprese con ricavi in crescita: dall’analisi dei bilanci emerge in effetti che ben due imprese su tre presentano un incremento di fatturato sul 2012.
Dalla lettura dei dati emergono, tuttavia, anche una serie di aspetti negativi in particolare per quel che riguarda i livelli di redditività. Alla crescita dei ricavi, infatti, non è seguito un analogo andamento della marginalità, se si considera che a livello aggregato l’Ebitda percentuale è sceso dal 9,5 al 7% – ottenendo il “triste” primato di settore con la maggiore contrazione della redditività operativa. Che il settore presenti qualche difficoltà sul fronte economico sembra essere confermato anche dalla contrazione del numero di imprese in utile – in calo dall’81,1% al 77,8%, un dato comunque ancora incoraggiante – e dal fatto che meno di un’impresa su due è riuscita a migliorare il proprio risultato economico rispetto al corrispondente valore del 2012.
Sul versante patrimoniale il settore registra una consistente esposizione debitoria se si considera che più della metà delle imprese – spesso di medio/piccole dimensioni – presenta un livello di indebitamento superiore all’85% e in aumento rispetto al 2012 (84,5%). Questo dato sale addirittura al 92% se limitiamo l’analisi al 25% delle imprese di minori dimensioni (bottom 25%) e, anche in questo caso, in aumento rispetto all’anno precedente. Questo trend non ha inciso, per fortuna, sulla capacità di sostenere il costo dell’indebitamento, se si considera che il rapporto oneri finanziari/ebitda è sceso, a livello mediano, dal 12,9% del 2012 al 10,6% del 2013.
Se spostiamo l’attenzione alle singole aziende del settore, possiamo notare come quasi la metà dei ricavi totali (il 45,8%) sia concentrato nelle prime tre imprese in classifica. In particolare, il primo gradino del podio è saldamente in mano all’Impresa di Costruzioni Mantovani – salita alla ribalta della cronaca per le note vicende giudiziarie legate al Mose – con oltre 609 milioni di euro di ricavi, in aumento del 13,8% sul 2012 e di ben il 141,5% sul 2011. L’azienda riesce a chiudere con un modesto utile entrambi gli esercizi, registrando nel 2013 un netto calo della redditività operativa (Ebitda%) e con un rapporto di indebitamento maggiore del 90% negli ultimi due esercizi. Al secondo posto nella classifica di settore si colloca il Consorzio Veneto Cooperativo (Coveco), realtà storica di Marghera che acquisisce lavori prevalentemente da committenti pubblici e affida la realizzazione delle corrispondenti opere alle cooperative consorziate, mantenendo la responsabilità della corretta esecuzione dei lavori nei confronti degli enti appaltanti. Il dato più significativo per Coveco attiene al forte incremento dei ricavi registrato nell’ultimo esercizio (+48,8%), mentre assumono un rilievo minore quelli relativi agli indicatori di redditività, data l’assenza del fine di lucro derivante dalla forma societaria adottata. Al terzo posto in classifica si posiziona la Veneta Sanitaria Finanza di Progetto Spa, società concessionaria del project financing del nuovo Ospedale di Mestre incaricata di coordinare i lavori nella fase di realizzazione dell’opera e a cui spetta attualmente la gestione di una serie di servizi non sanitari presso la stessa struttura. L’azienda chiude con un utile modesto, ma con un’ottima performance in termini di Ebitda percentuale, superiore al 20% in entrambi gli anni, la più elevata dopo quella registrata da Giove Spa (20° in classifica) con un valore per questo indicatore superiore addirittura al 30%.
Se scorriamo la classifica al quarto posto troviamo la Bilfinger Sielv Facility Management Spa, società sotto il controllo della multinazionale Bilfinger International, che ha acquisito nel 2012 un ramo d’azienda dalla Sielv Spa, nota azienda della Riviera del Brenta specializzata nella realizzazione di impianti tecnologici, elettrici e meccanici. L’azienda ha visto nel 2013 il suo primo effettivo anno di operatività e pertanto il confronto con il 2012 evidenzia incrementi di performance difficilmente interpretabili. Risultati di tutto rilievo sono stati ottenuti invece dal Gruppo Green Power di Mirano – azienda impegnata nella produzione e installazione di impianti e soluzioni per il risparmio energetico, quotata in Borsa nel segmento Aim – che nell’arco di due esercizi è riuscita ad incrementare il suo giro di affari di oltre il 600%, portando i ricavi dai circa 7 milioni di euro di ricavi del 2011 agli oltre 55 milioni del 2013.
Infine, non passa inosservata la presenza nella top 20 del settore di una storica azienda di costruzioni del territorio, la Sacaim Spa. Tuttavia è doveroso evidenziare che anche la società in oggetto deriva da un’operazione straordinaria di acquisizione di un ramo di azienda dall’originaria Sacaim Spa, in amministrazione straordinaria. La nuova azienda registra un giro di affari di oltre 37 milioni di euro nel suo primo vero anno di operatività successivo all’amministrazione straordinaria, chiudendo l’esercizio con un utile di 1,6 milioni e un Ebitda percentuale superiore all’8%.
Per concludere, il settore edile e delle costruzioni che raggruppa imprese storiche e particolarmente importanti per l’economia del territorio, sembra reggere – almeno per ora – all’onda lunga della crisi, registrando volumi tendenzialmente in crescita sul fronte dei ricavi – segno di una buona vitalità di queste aziende – ma in difficoltà nel mantenere i margini di redditività del passato. Il trend negativo su quest’ultimo versante pone seri interrogativi sulla capacità di sopravvivenza, soprattutto delle imprese di minori dimensioni che sembrano aver pagato più delle altre lo scotto della crisi negli ultimi anni.
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