Mini centro commerciale e torre in via Torino partono i lavori
Un grande ipermercato Despar e altri due o tre spazi commerciali, pronti per dicembre di quest’anno assieme al grezzo della torre alta 75 metri che sarà ultimata, con i 50 appartamenti destinati al social housing, entro il 2015. Un investimento da 30 milioni di euro nel centro di Mestre. «Dobbiamo correre adesso, dopo i ritardi dei mesi scorsi. Ma ce la faremo», annuncia Paul Klotz, amministratore delegato di Aspiag, la società del gruppo Despar, che partecipa al progetto della Cervet di Mirano. Klotz assieme al sindaco Giorgio Orsoni, ha posato ieri la prima pietra del grande cantiere all’ex deposito Actv di via Torino. Il cantiere si era aperto lo scorso gennaio con il via ai lavori di realizzazione della rotatoria tra via Torino e Corso del Popolo, che ha eliminato semafori e velocar e promette di fluidificare il traffico in ingresso a Mestre dal cavalcavia. Ora si parte con le costruzioni, recuperando un’area abbandonata e degradata come l’ex deposito Actv, la cui vendita da parte di Pmv è servita per finanziare il progetto del tram.
«Sono stato testimone, da giovane, della costruzione del vecchio deposito delle filovie; ora, con gioia, sono testimone di un nuovo ciclo di rinnovamento di quest'area che diventerà, a breve, una delle più belle porte di accesso a Mestre», ha detto il sindaco, soddisfatto, posando la prima pietra. Bene, dice, il dimezzamento delle cubature previste.
Il vecchio piano prevedeva sette edifici con un autosilos. Oggi ne vengono realizzati tre: il supermercato Interspar di 2.500 metri quadrati servito da un parcheggio con 450 posti; cinquanta appartamenti (per 3.000 metri quadrati) in social housing e una torre alta 75 metri con uffici, negozi, event spaces e, in cima, anche un ristorante. «È la prima volta», ha detto il sindaco di fronte alla rotatoria già in funzione, «che mi capita di vedere che le infrastrutture pubbliche siano fatte prima dell'intervento privato, segno importante dell'attenzione che viene data proprio alla parte pubblica dell'opera». E la scelta di dimezzare i volumi, per Orsoni, «è un segnale importante di un nuovo modo di vedere lo sviluppo economico della città». E la riprova, conclude, «che non siamo l’amministrazione del no e siamo capaci di lavorare con grande attenzione per accelerare il più possibile le pratiche di quegli interventi che favoriscono lo sviluppo della città a favore della collettività». Presenti anche gli assessori comunali alla Mobilità, al Commercio; i presidenti delle Municipalità di Mestre e di Favaro. Andrea Ferrazzi, assessore all’Urbanistica, annuncia: «Questo è un primo tassello di un lavoro di riqualificazione di aree strategiche di Mestre, sul quale abbiamo accelerato moltissimo dal punto di vista tecnico e amministrativo». La modifica del progetto è partita a novembre 2013, i primi lavori a gennaio 2014, ora si entra nel vivo con le costruzioni. Non tutto è andato veloce, la bonifica ambientale dell’ex deposito dei bus ha richiesto un lungo percorso di autorizzazioni da Regione, Provincia, Arpav, ministeri. «Andiamo verso la rigenerazione urbana, vero futuro dell'urbanistica, perché si va a costruire, meglio, là dove si era già costruito, senza occupare suolo vergine». Uno spazio di circa 300 metri quadrati, ai piedi della torre da 75 metri, sarà a disposizione della città come nuova sede della sala prove Monteverdi. Oggi, ricorda l’assessore Bettin, la sala è negli angusti spazi di villa Franchin dopo i traslochi da Riviera Magellano e dal Candiani: «uno spazio musica, facilmente raggiungibile anche da Venezia e che porterà il nome di Lucio Quarantotto, a cui sarà intitolata», dice l’assessore.
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