Minacce di morte al sindaco Zoggia
JESOLO. Un mare di offese, addirittura minacce di morte. Il sindaco di Jesolo, Valerio Zoggia, è stato ieri il bersaglio di decine di post sul suo profilo Facebook dove aveva spiegato le ragioni del diniego di piazza Mazzini al comizio contro il referendum di Alessandro Di Battista dei 5 Stelle il 16 agosto.
I più diplomatici hanno scritto: «In Calabria ti avrebbero ucciso a colpi di lupara in bocca».
Altri sono stati più sofisticati: «Vergogna, ti auguro che torni la mucillagine a casa tua». Poi una valanga di offese indicibili e avvertimenti tra i quasi duemila commenti.
Il sindaco Valerio Zoggia non ci ha pensato due volte e ha denunciato tutti al commissariato.
Sindaco, cosa si sente di dire il giorno dopo la sua decisione drastica?
«Ripeto che si è trattato di una richiesta strumentale di una piazza. Volevano una bella foto dall’alto con tanta gente. Io ho proposto un’altra piazza, piazza I Maggio, quella dei cittadini jesolani, ma evidentemente avevano altri obiettivi. Tra l’altro anch’io voterò no al referendum».
Cosa pensa delle offese e minacce sui social?
«Attendo una presa di distanze dallo stesso Di Battista, e poi dalla deputata Arianna Spessotto. Non è vero che le ho buttato giù il telefono in faccia. Era caduta la linea, ho richiamato e lei non ha più risposto. Non servivano atti particolari, delibere di giunta. Ho deciso in questo modo e così la giunta. Il Comune di Jesolo non ha sfrattato alcun movimento. Jesolo da sempre è una città aperta e tollerante tanto da essere meta turistica di milioni di persone. Purtroppo per fini a me oscuri, alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle hanno creato ad arte una gazzarra che mortifica un’intera città, un’ntera comunità».
La accusano di non essere democratico.
«Non è vero, come è stato detto dagli esponenti del Movimento, che il sottoscritto ha negato la possibilità di poter fare un comizio sul referendum costituzionale, ho semplicemente invitato i “grillini” a cambiare piazza, perché da sempre le piazze del Lido non vengono utilizzate per questi scopi. Nessun altro sindaco prima di me ha concesso piazza Mazzini durante l’estate. Questa indicazione ha scatenato nel giro di poche ore un’indegna campagna web che ha portato a centinaia di messaggi di insulti sulla mia pagina Facebook. Insulti pesanti che nulla hanno a vedere con la polemica politica, sfociati con il passare dei minuti in vere e proprie minacce di morte. Può una decisione amministrativa trasformarsi in una caccia all’uomo? Si può trasformare la rete, che tanto piace ai pentastellati, in un campo di battaglia senza regole e pudore? È una domanda che faccio agli onorevoli Di Battista e Spessotto e a quegli esponenti politici che di fronte a queste minacce sono stati in silenzio, oppure hanno cercato di sfruttarle per fini che francamente mi sfuggono».
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