Minacce a un manager imprenditore a processo
MURANO. I protagonisti della vicenda della “Formia International”, l’industria del vetro fallita e poi riacquistata e che ha portato in piazza i dipendenti che difendevano il loro posto di lavoro, sono finiti oltre che davanti ai giudici del Tribunale fallimentare anche in un processo penale. Infatti, è cominciato ieri davanti al giudice monocratico Sara Natto il processo al 71enne imprenditore muranese del vetro Giuliano Mian: è accusato di stalking e di oltraggio. Stando alle accuse, avrebbe gravemente offeso e soprattutto creato uno stato di ansia e di paura con le sue minacce insistenti nei confronti del manager milanese Luigi Monti e del finanziere franco brasiliano Andrè Bruere, che si sono costituiti parte civile assieme a una terza persona, loro collaboratore nella ditta “Formia International spa” poi fallita con centinaia di migliaia di euro di passivo.
Stando alle accuse, in particolare il 24 ottobre di due anni fa; Mian si era presentato in fondamenta dei Vetrai, nell’edificio sede sia della sua ditta sia di quella che faceva capo a Monti e Bruere e avrebbe urlato nei loro confronti pesanti insulti, inoltre li avrebbe minacciati, dicendo “Ve copo, vi ammazzo”. Ieri, tra l’altro ha testimoniato un maresciallo dei carabinieri allora in servizio alla stazione di Murano, il quale ha raccontato che in un’occasione aveva assistito di persona alle minacce di Mian, il quale aveva anche afferrato la testa di Bruere e l’aveva scossa, poi entrambi erano finiti a terra. Uno dei collaboratori di Monti, con il suo cellulare, aveva anche girato un video che ieri è stato proiettato in aula. Mian, difeso dall’avvocato Antonio De Paoli, comunque, non ha mai negato queste circostanze, ma ha sempre cercato di spiegare che quei gesti erano dettati dalla sua esasperazione.
Monti e Bruere due anni prima si erano presentati come i nuovi imprenditori del vetro che avrebbero rilanciato l’azienda, ma dopo due anni erano già con i bilanci in rosso e lo scorso anno “Formia” è stata dichiarata fallita. Nel 2013, sostiene Mian, lui avanzava parecchi soldi, tanto che ora sarebbe creditore del fallimento di 300 mila euro di canoni che nessuno gli avrebbe pagato: si tratta degli affitti dei locali dell’azienda di Monti e Bruere. L’imputato ha raccontato che vedeva Monti girare con macchine di gran lusso, che cambiavano spesso, anche Maserati e Ferrari, però non gli veniva pagato l’affitto. Dopo il fallimento, comunque, il manager e il finanziere hanno acquisito di nuovo la società, acquistando all’asta, ora si chiama “Formia Glass”. Ieri, il giudice ha rinviato l’udienza al 17 maggio 2016.
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