Minacce a Brugnaro, aperto un fascicolo
MESTRE. Un fascicolo contro ignoti per minaccia aggravata. È quello che il procuratore reggente della Procura di Venezia, Adelchi d’Ippolito, ha aperto dopo aver ricevuto ieri mattina la segnalazione della Digos, in merito al graffito apparso all’ingresso di un condominio di via Bacchiglione: lo schizzo di un giovane con una pistola in mano e la scritta, “Brugnaro mangiati una...” proprio sopra il disegno di una pallottola. Forse una ragazzata, ma la Digos della Questura di Venezia ha avviato un’indagine, partendo dalla firma del graffito, che può portare al suo autore.
Il ritrovamento dei graffiti ha esasperato gli animi dei residenti di via Bacchiglione, a pochi passi da parco Albanese, che non sanno più a quale santo votarsi per contrastare la piccola criminalità e il progressivo degrado che hanno preso possesso del loro quartiere. Così giovedì sera, dopo essersi trovati i contatori del gas imbrattati da graffiti e murales, alcuni condomini hanno deciso di indire un'assemblea straordinaria proprio per valutare le possibili soluzioni a una situazione chiaramente sfuggita di mano.
La proverbiale ultima goccia, come detto, sono stati i disegni e le scritte scarabocchiate proprio a ridosso dei tre cancelli pedonali che delimitano i complessi realizzati meno di dieci anni fa dietro all'area verde: i disegni a pennarello, firmati "Rear" (una "tag" molto diffusa in tutta la terraferma), sembrano riprendere in toto lo stile e i toni già ammirati negli ultimi giorni dei "cubi" del parco della Bissuola, subito prima del contestato abbattimento, con tanto di offese indirizzate al sindaco Brugnaro. Il vero problema però per i residenti non sono certo i ragazzini armati di bomboletta spray: assieme a loro, infatti, dall'area abbandonata del parco si sarebbero trasferiti anche spacciatori e sbandati, che da un mese hanno scelto di trasformare quella macchia verde in via Bacchiglione nella loro nuova base operativa: «Mio figlio, a dodici anni, si rifiuta di uscire a buttare la spazzatura la sera perché ha paura di chi potrebbe trovare in strada», spiegava giovedì sera una residente «Qui siamo cinti d'assedio, a tutte le ore del giorno e della notte».
Messa da parte la questione graffiti, che comunque non ha mancato di causare qualche spavento (uno dei disegni ritraeva una pistola che faceva fuoco, e per qualcuno si sarebbe potuta interpretare come una minaccia anche ai residenti), il vero problema resta insomma quello di un quartiere dove la microcriminalità sta mettendo radici: «Abbiamo presentato diversi esposti: al sindaco, all'assessore alla Sicurezza, al comandante dei vigili urbani», continuano i condomini, «ci promettono di monitorare la situazione, ma poi nel concreto non succede proprio niente».
Cosa fare, quindi, per riprendere il controllo della zona? Innanzitutto, come emerso dall'assemblea di giovedì, si sporgerà denuncia contro ignoti per vandalismo, ma molto più importante sarà insistere con l'amministrazione comunale perché installi delle telecamere sulla strada; controversa, invece, l'ipotesi lanciata da qualcuno di rimuovere le panchine: non solo si toglierebbe ulteriore valore al quartiere, ma la cosa si potrebbe risolvere con sbandati e tossicodipendenti che, in mancanza di un appoggio, finiscono per crollare direttamente sui muretti bassi dello stabile. I condomini stanno comunque lavorando alla nascita di un comitato di quartiere.
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