Minacce a Bettin dopo il caso Tronchetto
Nuove minacce a Gianfranco Bettin. Questa volta hanno usato dei fogli di giornale sui quali sono state disegnate due bare. Il riferimento era al suo intervento sulla sentenza definitiva riguardante il Tronchetto, pubblicato sul nostro giornale giovedì scorso. I fogli di giornale, piegati in quattro, sono stati lasciati nella cassetta delle lettere del palazzo dove abita l’ex assessore. Dopo averli trovati, Bettin li ha consegnati alla Digos che già indaga sugli altri episodi di minacce, dalle scritte al proiettile recapitatogli via posta.
Spiega Gianfranco Bettin: «Ho trovato nella cassetta della posta delle provocatorie intimidazioni, credo di poterle definire così, di cui devo qui chiarire i limiti poiché, di voce in voce, hanno prodotto allarmi eccessivi. Devo quindi precisare che non ho subito alcun attentato o altre azioni di questo tipo. Nella cassetta c’era una copia di una prima pagina del “Gazzettino” attorno alla cui testata era disegnata una bara con una croce sopra e con allegata una pagina di necrologi. Tra le due pagine era contenuta una pagina della “Nuova Venezia”, in cui compariva un mio intervento sulla recente sentenza sulla presunta malavita al Tronchetto, articolo incorniciato, in particolare il mio nome e il titolo, da un’altra bara con un’altra croce. Questo il fatto, inquietante, ma entro questi limiti».
Continua l’ex amministratore: «Sembra, evidentemente, un’intimidazione e una provocazione sia nei miei confronti che verso i due giornali. Ho le ovvie preoccupazioni di ogni persona normale in una situazione del genere, tanto più che si inserisce in una lunga serie di cose più o meno simili e più o meno gravi subite in questi anni. Per restare solo al 2014, e per citare solo ciò che è diventato di pubblico dominio, da gennaio a oggi ho finora ricevuto un proiettile (intercettato dalla Polizia nella posta), mi sono state rivolte scritte minacciose e insultanti sui muri della città contro la campagna anti spaccio e anti degrado condotta dall’assessorato che dirigevo, altre scritte e atti vandalici a Venezia e nelle isole contro l’istituzione del Parco della Laguna nord da me promossa (e infine realizzata), più altre minacce, per lo più dirette o a domicilio, relative a episodi e presenze malavitose in alcune zone della città».
Bettin spiega che questo ennesimo episodio non lo lascia indifferente ma trova molto più preoccupante «l’assenza di una vera riflessione pubblica sui fenomeni che, comunque, anche tali vicende chiamano in causa. In particolare, dopo la recente sentenza sul Tronchetto, al di là del rispetto che si deve a ogni sentenza, colpisce il silenzio sul contesto delle vicende prese in esame, sull’importantissima indagine svolta dalla Procura e dal Ros dei Carabinieri, che ha comunque scoperchiato una realtà fatta di intimidazioni, aggressioni, affari illeciti, inquietanti fenomeni e intrecci criminali (che riguardano anche un contesto più vasto, come ha confermato lo studio di Confcommercio - GFK Eurisko presentata per la Giornata della Legalità), sulla quale non deve scendere il silenzio».
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