Mille famiglie nei gruppi di vicinato

In città il progetto registra un boom di adesioni e il delegato Gavagnin coordina gli incontri per organizzare i controlli
Di Marta Artico

Boom del controllo di vicinato: il progetto cresce e raggiunge sempre più cittadini. Lunedì sera l’incontro programmato a Favaro ha suscitato tanto interesse, tanto che si faceva fatica a entrare nella sala.

Ad illustrare le modalità di aggregazione il consigliere delegato Enrico Gavagnin (lista Brugnaro), poliziotto di professione, coordinatore del progetto pilota, il comandate dei vigili, Marco Agostini, l’assessore alla Sicurezza Giorgio D’Este e i due rappresentanti regionali, Antonella Chiavallin Egris e Alberto Gatti, ieri dal ministro Alfano. Con loro anche il presidente della Municipalità, Marco Bellato.

Famiglie coinvolte. Sono oltre mille le famiglie coinvolte nel progetto dei controlli di vicinato, senza contare che di alcuni gruppi nella home page del Comune è iscritto solo il portavoce, per esempio il gruppo nato in rione Pertini. Queste famiglie si impegnano a segnalare movimenti, situazioni o individui sospetti nel loro ambito, condominio o gruppo di case.

Cartelli pronti. Il 70 per cento delle adesioni arrivano da Mestre e si aggiungono a quelle dei gruppi già attivi a Marghera, Trivignano, Carpenedo, Ca’ Sabbioni. Enrico Gavagnin sta girando tutto il Comune: «Cinquanta cartelli sono pronti, adesso stiamo aspettando che venga istituito il numero del controllo di vicinato nella sala operativa da parte del comando dei vigili. In questo momento procediamo a macchia di leopardo, ottimale sarebbe stato partire tutti insieme, ma nella realtà delle cose non può avvenire perché ci sono gruppi precostituiti che vanno avanti per la loro strada; poi ci sono gruppi informali che si sono naturalmente costituiti tra vicini, uno su tutti quello del villaggio Pertini, gruppi che già operano ma non sanno di appartenere al progetto di vicinato. In questo senso io sono un facilitatore: organizzo tavoli e riunioni, faccio in modo che venga scelto un referente quando si formano i gruppi».

Numero da chiamare. «L’obiettivo è avere un osservatore privilegiato che fornisca una segnalazione qualificata a chi è in centrale operativa e già conosce il coordinatore di quel gruppo, che acquisisce immeditatamente la segnalazione che gli arriva, ecco perché c’è bisogno del numero dedicato».

Incubatore. «È un esperimento, siamo una città pilota perché il controllo di vicinato non è mai stato tentato in una città così grande. Ecco perché tanti incontri». Il 14 Gavagnin sarà a Marghera, il 16 (sede da definire) si sta pianificando un incontro per il centro di Mestre, questa sera ci sarà un pre incontro per i residenti di via Einaudi, via Palazzo e della zona limitrofa.

Tre fasi. A che punto siamo? «La prima fase è quella dell’inserimento dei nomi nella home-page del Comune; adesso è in corso la fase due, gli incontri nelle varie zone con l’adesione al controllo mediante un foglio prestampato; nella terza fase ci saranno incontri con i singoli coordinatori dei gruppi di vicinato, che raccoglieranno via chat quello che accade e lo comunicheranno alla centrale. Questa fase dovrebbe iniziare a metà dicembre, fermo restando che le altre due nel frattempo continuano».

Nuovi gruppi sono sorti a Pra’ Secco, Carpenedo, nella zona di via Piave. «Durante gli incontri mostriamo slide in olandese con i sottotitoli, speriamo da qui a un anno di poter mostrare video in italiano, magari in veneziano». Conclude Gavagnin: «Il controllo del vicinato funziona ovunque sia stato attivato: i reati predatori sono diminuiti, basta citare l’esempio di Spinea. Il fischio d’inizio è stato dato, adesso l’ente locale ha preso in mano la situazione per aumentare l’impulso».

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