Mille euro a testa ai profughi
SAN STINO. I cinque profughi libici liberano gli alloggi di via Papa Giovanni XXIII: il Comune dà loro mille euro ciascuno dal fondo dei trasferimenti della Prefettura per l’emergenza umanitaria. La coppia, originaria della Nigeria, ha già lasciato il suo alloggio un paio di giorni fa; la famiglia originaria del Ciad lo farà nei prossimi giorni. «Si tratta di persone che lavoravano in Libia», spiega l’assessore ai servizi sociali Matteo Cappelletto, «e che sono scappate durante la guerra. Lo stato di emergenza umanitaria si è ufficialmente chiuso il 31 dicembre. La Prefettura di Venezia, nel corso di una riunione, ci ha informati che la convenzione per la gestione dei profughi si concluderà il 28 febbraio e che quindi dovremo promuovere l’uscita di queste persone dalle strutture di accoglienza affinché si trovassero una casa e un lavoro o tornassero nel loro paese d’origine». Il Comune di San Stino ha percepito, in virtù della convenzione sottoscritta con la prefettura di Venezia, 38 euro al giorno per ciascun profugo a titolo di rimborso per fornire vitto e alloggio, i prodotti per l’igiene personale e scheda telefonica. In quest’ultimo periodo transitorio ha ricevuto invece 30 euro giornalieri per ciascun profugo. «Questi rimborsi non sono stati completamente spesi», continua Cappelletto, «perciò abbiamo deciso di usarli per aiutarli a trasferirsi da qualche parte o per tornare nel loro paese d’origine. In base a quanto ci era rimasto, abbiamo quantificato il contributo per ciascuno in mille euro, per 5mila euro complessivi. In questo modo li aiutiamo un pochino per il loro futuro immediato e liberiamo gli alloggi che torneranno alla loro destinazione d’uso principale, ovvero per anziani soli e in difficoltà». Si chiude così l’esperienza dei profughi a San Stino. «Credo che abbiamo gestito questa vicenda sempre col buon senso», conclude Cappelletto, « abbiamo assolto gli impegni che ci eravamo presi. Per tutto il resto, c’è stata la collaborazione della Caritas».
Claudia Stefani
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