Migranti, scontro in aula sul numero chiuso

Chioggia. Oggi in Consiglio la contestata adesione allo “Sprar”. Ok della Caritas, la Lega contraria

CHIOGGIA. Consiglio comunale di fuoco stasera sull’immigrazione. A accendere le micce ci penserà la Lega che ha già annunciato di protestare in aula, invitando anche i militanti a partecipare, per opporsi alla decisione della giunta Cinque stelle di aderire al Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar). Il tema arriva in Consiglio stasera come settimo punto dopo una commissione consiliare già piuttosto accesa. «Protestare contro lo Sprar», spiega l’assessore al sociale, Patrizia Trapella, «significa non averne compreso il significato. Lo Sprar permette ai comuni di mettere un tetto all’accoglienza incontrollata e senza certezze. Con questo strumento gli enti locali hanno garanzia sul numero massimo di migranti che arriveranno, nel nostro caso 125 per i prossimi due anni, e di approntare un sistema di accoglienza reale che prevede percorsi di inserimento lavorativo e di insegnamento della lingua. Spiace che qui la Lega alzi le barricate e faccia solo demagogia, altrove, in grandi città come Padova e Rovigo, la Lega ha sostenuto la bontà dello Sprar».

Dello stesso avviso la Caritas che ha collaborato con l’amministrazione comunale per arrivare a questa scelta. «Condivido e anzi ho spinto molto perché il Comune andasse in questa direzione», spiega don Marino Callegari, responsabile della Caritas diocesana, «è chiaro che lo Sprar non può risolvere i problemi di un’emergenza che sta esplodendo con numeri enormi, 40.000 arrivi solo nei primi mesi del 2017, ma è un buon punto di partenza per ripensare a tutta l’accoglienza: grandi centri, alberghi e Sprar. Si dovrà lavorare con gradualità, di certo lo Sprar è un buon inizio, un tassello importante per ridefinire tutto. Già da anni noi collaboriamo con i soggetti a cui si sta rivolgendo l’amministrazione per dar vita a un’accoglienza strutturata e seria». La Lega però non ci sente e già da giorni sta “caricando” i suoi per alzare i toni della protesta. «Altro che accoglienza strutturata», spiega il consigliere del Carroccio, Marco Dolfin, «qui l’amministrazione vuole accaparrarsi il business dell’immigrazione. Noi a questa cosa diciamo no e ricordiamo che prima ci sono i nostri concittadini che chiedono casa, lavoro e dignità, poi tutti gli altri. Ci faremo spiegare bene da chi e come vogliono far gestire l’accoglienza. Non vorremmo vedere qualche struttura che in fretta e furia si trasforma in complesso ricettivo».

Elisabetta Boscolo Anzoletti

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