«Microcriminalità e degrado, aiutateci» Il Comune non ci sta
«Ci sono state gocce che hanno fatto traboccare il vaso: venite a raccontarci la vostra». Vincenzo Rigamonti, farmacista, tra le anime di questa protesta, lo dice perché «ci sono persone esasperate, e ci piacerebbe che venissero a raccontarci il loro punto di vista sulla città e su come la vivono».
È con questo spirito che i commercianti di Corso del Popolo hanno organizzato l’assemblea che si tiene oggi alle 20.30 al Laguna Palace Hotel di viale Ancona. «Vogliamo che», spiegano, «chi amministra questa città ci ascolti». C’è il rischio però che, a tendere le orecchie, siano in pochi. Non ci sarà il sindaco Giorgio Orsoni, a San Pietroburgo per impegni istituzionali, e non ci sarà il vicesindaco Sandro Simionato, che spiega, senza indugi: «È un incontro marchiato politicamente, perché sarà coordinato da un consigliere del Pdl. Per carità, il massimo rispetto, ma se qualcuno organizza un’assemblea e la connota politicamente si assume le responsabilità del caso. Sono e resto disponibile al confronto, tra i cittadini e le istituzioni, in un contesto neutro, e non in un’assemblea con il cappello del Pdl».
È Marta Locatelli il consigliere del Pdl cui fa riferimento il vicesindaco, che partecipa all’assemblea come presidente dell’associazione “Venezia Progetta” e che rimanda le accuse al destinatario, così come fanno gli organizzatori dell’assemblea: «L’abbiamo contattata perché la conosciamo e con la sua associazione ci ha dato una mano dal punto di vista organizzativo. Noi vogliamo il confronto con tutti, non apparteniamo a un partito piuttosto che all’altro».
“Degrado e microcriminalità” è il titolo della serata. Il perché lo spiega Mara Soleti, che assieme alla madre gestisce un negozio di tessuti, sempre in Corso del Popolo. «In poche settimane abbiamo raccolto qualcosa come cinquemila firme», dice mostrando i plichi di carta raccolti in una cartellina, «ed è stato facilissimo: le persone sono esasperate». L’idea è nata dopo una serie di furti nei negozi. «Non siamo ingenui, i furti ci sono sempre stati», aggiunge, «ma nel corso degli ultimi mesi hanno raggiunto un livello di guardia, per ciò abbiamo deciso di attivarci in prima persona».
Soluzioni? C’è chi parla di telecamere e chi chiede più controlli. «Noi non vogliamo proporre soluzioni, ma vogliamo essere ascoltati. Crediamo che spetti all’amministrazione, a chi ci governa, trovare le vie d’uscita» dice la negoziante. Nelle ultime due settimane si è parlato molto di accattonaggio violento, dei cosiddetti Barbanera, mendicanti di professione che con le rimesse dell’elemosina raccolta fanno girare l’economia dei loro paesi d’origine, investendo nel mattone, come sanno gli operatori sociali che lavorano con loro cercando, a fatica, di avvicinarli. «Ma loro sono una piccola parte del problema», spiega Rigamonti, «concentrandosi su di loro si perde di vista il vero problema, che ha che vedere con il controllo e la gestione del territorio».
Che vuol dire sì ordine pubblico, ma anche gestione dei cantieri «che non possono aprire da un giorno all’altro, senza nessuna informazione, e senza che nessuno sappia con certezza quando chiuderanno». È il caso di via Costa, segnalato ieri anche dalla Confcommercio che si è fatta portavoce delle lamentele dei negozianti della zona. Cosetta Roncali, titolare del bar pasticceria Invaso, riflette: «Il nostro è un appello. E speriamo che siano in molti a raccoglierlo, per ragionare sul degrado di Mestre, una città nella quale, rispetto a solo un anno fa, facciamo fatica a riconoscerci».
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