Micol porta le sue cicatrici alla Mostra del Cinema: «Ai malati invisibili dico: non mollate mai»
VENEZIA. Un abito lungo elegantissimo, rosso, da diva hollywoodiana, che strappa scatti ai fotografi sulla scalinata dell'Excelsior e davanti al palazzo della Mostra del Cinema. Un drappeggio unico, ideato e cucito per lasciare ben visibili le cicatrici di mille battaglie.
Micol Rossi, l’angelo guerriero del Carnevale di Venezia, a 21 anni è riuscita ancora una volta - con il suo carisma e la sua bellezza - a portare in primo piano una lotta importantissima, quella che da anni la vede schierata in prima fila a combattere sui social e con le sue performance contro le cosiddette “malattie invisibili”.
Lei che è affetta dal morbo di Crohn, per il quale quando aveva solo 11 anni ha rischiato la morte. Stanca di soffrire in silenzio e dopo una decina di interventi, ha deciso di far sentire la sua voce diventando “ L’Angelo guerriero” dell’edizione 2019 del Carnevale di Venezia, lanciandosi dal Campanile di San Marco in nome di tutte le persone malate. Poi i suoi video sui social. Ed ora - dopo la fondazione dell'associazione “Guerrieri invisibili” - ecco la presenza sul red carpet con un abito rosso fuoco, che diventa un messaggio di lotta e di speranza.
Come è nato questo vestito rosso?
«Fin da piccola ho la passione della moda. Ho fatto la modella per un periodo e quindi ho pensato: perché non raccontare la malattia attraverso un abito? Così, ecco l’idea di quest’abito: rosso con piume e fiamme come una Fenice, con il corpetto aperto sulla pancia e impreziosito di ricami, per mostrare che le mie cicatrici sono anche la mia forza».
Le “cicatrici” la accompagnano dall'adolescenza, ma lei ha imparato a conviverci...
«Per noi malati cronici è a volte frustante dover mettere spesso in pausa la nostra vita, a causa dei ricoveri e interventi. Da qui nasce l’idea di definirci “guerrieri”, perché vogliamo lottare per far riconoscere queste patologie».
Chi è Micol Rossi?
«Una ragazza come tante. Eclettica e con molte passioni. Amo intrattenere e stare in mezzo alla gente. Attualmente il mio impegno principale è quello di far ottenere i diritti che mancano e aiutare le persone come me, che spesso non riescono a trovare un lavoro a causa della malattia. Ora mi è scoppiata anche la passione del cinema e ho il sogno di provare a recitare. Ho già studiato in passato arte drammatica, ma ho dovuto interrompere forzatamente a causa della malattia».
Quale consiglio si sente di dare a chi si trova a vivere con la malattia?
«Uno solo: non mollare. Ci saranno momenti bui, ma questo purtroppo è normale. Essere un malato cronico non è certo facile, ma anche mantenere sempre il sorriso non lo è, però aiuta. Non chiudetevi in voi stessi, cercate persone che vivono le vostre stesse problematiche e vedrete che tutti assieme si riesce a trovare la forza che si cela dentro ognuno di noi».
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