«Mia figlia senza aiuto e ora paga mio nipote»

Sfogo della nonna del ragazzo tenuto a casa da scuola per un anno dalla madre «Ho segnalato il caso per mesi inutilmente. Me lo fanno vedere poche volte»
25/10/2005 Giornata della Giustizia. Tribunale dei Minori di Mestre. Nella foto: Tribunale dei Minori di Mestre Foto richiesta da: Scattolin 25/10/2005 Giornata della Giustizia. Tribunale dei Minori di Mestre. Foto richiesta da: Scattolin
25/10/2005 Giornata della Giustizia. Tribunale dei Minori di Mestre. Nella foto: Tribunale dei Minori di Mestre Foto richiesta da: Scattolin 25/10/2005 Giornata della Giustizia. Tribunale dei Minori di Mestre. Foto richiesta da: Scattolin

MESTRE. «Il ricovero in una casa famiglia di mio nipote si sarebbe potuto evitare se mia figlia fosse stata seguita con più attenzione dai servizi sociali fin dall’inizio. In questo modo si sarebbero potuti risparmiare decine di migliaia di euro pubblici visto che far vivere un ragazzo all’interno di una famiglia costa certamente meno che in una struttura protetta. Ho la netta impressione che si sia lasciata degenerare la situazione». A denunciare questo stato di cose la nonna del ragazzino di un Comune della Riviera del Brenta che non andava a scuola da oltre un anno e mezzo e che nei mesi scorsi è entrato in classe in una scuola del trevigiano, dove ora risiede, in una casa famiglia.

Per decisione del Tribunale dei Minori di Mestre, il ragazzino dovrà restare nella casa famiglia fino a 18 anni. Da un anno e mezzo non frequentava le aule, perché la mamma, seguita dai servizi sociali, non voleva mandarlo. Il Tribunale dei Minori ha revocato la patria potestà alla madre. La nonna punta il dito contro i servizi sociali del paese.

«Si poteva evitare di arrivare a questo punto e risparmiare decine di migliaia di euro da parte delle istituzioni e da parte dell’ente locale», spiega la donna, «se mia figlia fosse stata aiutata nel suo disagio psicologico fin da subito. Invece le cose sono di fatto state fatte degenerare fino al momento in cui mia figlia ha messo in atto comportamenti inaccettabili come quello di lasciare a casa da scuola per un anno intero mio nipote. Ora ha perso la patria potestà. Non bastava darle un aiuto economico, andava aiutata a reinserirsi in modo corretto nella società e ora va monitorata con più attenzione per evitare nuovi gesti irresponsabili».

La nonna poi lamenta il fatto che le vengono concesse pochissime occasioni per vedere il nipote.

Il sindaco del paese di cui il ragazzo è originario fa sapere che finora tutte le azioni possibili per dare una educazione ed istruzione al ragazzo sono state messe in atto. Ieri ha incontrato anche la nonna preoccupata. «Noi», spiega il sindaco, «seguiamo questa vicenda da qualche anno. È una questione che si trascina fin dai tempi della passata amministrazione. I servizi sociali per quanto ne so hanno fatto quello che hanno potuto. Va detto che non potevamo non intervenire nel momento in cui questa mamma ha lasciato a casa da scuola il figlio per oltre un anno».

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