«Mi spia mentre faccio sesso». Denuncia il vicino: «È un voyeur»
MOGLIANO. «Il vicino punta la telecamera verso casa mia e mi spia in ogni momento». La preoccupata segnalazione di un’avvenente donna moglianese è arrivata sul tavolo delle forze dell’ordine da qualche tempo. Sono iniziati subito gli accertamenti, è partita anche un'informativa ufficiale al Garante della Privacy ma, a distanza di mesi, la faccenda non è ancora sistemata. Le liti continuano. Quella che poteva essere archiviata come una normale querelle tra vicini di casa che non riescono proprio ad andare d'accordo, nel tempo ha assunto toni sempre più scabrosi.
Il timore di lei, piuttosto conosciuta in città, è che il suo vicino di casa sfrutti gli avanzati sistemi di sicurezza domestica non contro i ladri ma per violare la sua intimità di donna. D'estate si tengono spesso le finestre aperte e anche le relazioni con il proprio partner potrebbero finire nell'obiettivo sbagliato, in questo caso quello del vicino.
Dal canto suo l'uomo ha sempre negato ogni intenzione voyeuristica, rimandando al mittente le accuse. La telecamera c'è, ma a suo dire non punta certo verso il giardino della vicina, e tanto meno verso le sue segrete stanze. Tutto, secondo lui, servirebbe solo a stare più tranquilli contro i topi d'appartamento. Siamo poco distanti dal centro di Mogliano, in un'area residenziale che fa spesso gola ai malviventi. Secondo quanto riscontrato dagli agenti nell'ultimo sopralluogo effettuato, l'occhio elettronico risulterebbe installato all'interno della sua proprietà privata e il campo visivo sarebbe limitato al suo giardino. Di tutt'altra opinione invece la vicina, secondo la quale la telecamera è spesso puntata verso le sue finestre.
La presenza del teleobiettivo ha innescato ripetute segnalazioni agli organi competenti. Di questioni simili sono già intasate le sezioni civili dei tribunali. Qui la goccia che ha fatto traboccare il vaso ha presto assunto i connotati di una storia piccante. Impossibile non pensare al film di Brian de Palma “Omicidio a luci rosse”. In questo caso, ovviamente, c'è da sperare non certo nel tragico epilogo, ma in una pacificazione. A questo puntano sia i carabinieri sia la polizia locale che si sono trovati a gestire la situazione in più occasioni.
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