Mezzi Actv, evasione dimezzata Aumentano ritardi e corse saltate

Per ogni milione recuperato l’azienda spende 700 mila euro per pagare i controllori più numerosi I dipendenti continuano a rifiutare mancati riposi e straordinari: «Condizioni di lavoro estreme»
Di Roberta De Rossi

Quest’estate torrida sarà ricordata dai boccheggianti passeggeri di Actv per la martellante richiesta di esibire abbonamenti e biglietti e per gli snervanti ritardi dei mezzi. La campagna anti-evasione - per anni richiesta dai sindacati e infine arrivata a fronte di un calo di 11 milioni di euro negli incassi dalla vendita dei biglietti nel 2012 - sta dando i suoi frutti: recuperati 3,31 punti, pari a oltre 3 milioni di euro. Secondo il report di Actv, a marzo - quand’è iniziata la campagna - l’evasione sugli autobus era all’8,41%: a fine luglio è calata al 5,71%. Nella navigazione, si è partiti dal 3,39% e si è ora arrivati al 2,14, anche se a giugno si era scesi al 2,03%. La media dell’evasione a livello aziendale è, dunque, oggi al 3,1%, contro il 6,6% di marzo: la riprova che margine di recupero c’era, pur con qualche eccesso, come annunciare controlli dei biglietti (con relative sanzioni) anche sui pontili. Non si può più accompagnare il moroso/morosa al battello? I toni delle locandine sono fermi, ma l’azienda assicura che così non sarà, che i verificatori verificheranno solo che chi dice di restare a terra non salga a bordo, dal momento che controlli simili effettuati quest’inverno hanno ridotto l’evasione, funzionando da deterrente. Anche se - fa notare sempre Actv - per ogni milione recuperato, se ne spendono 700 mila in personale, dal momento che si è passati da 70 a 103 controllori e, in prospettiva a 170, con investimenti in biglietterie automatiche e tornelli.

«L’entrata in funzione di questi investimenti», si legge nella relazione sul bilancio 2012, chiuso con un disavanzo di 17 milioni, «consentirà, a regime, di recuperare risorse dal comparto verifica non sostituendo chi andrà allora in pensione». Tant’è, i sindacati sono pronti alle barricate - stante rischio esuberi per 400 persone - a fronte dell’annunciato ricorso a personale di un’agenzia interinale, pagato con percentuali sulle multe: «Sarà solo per tre mesi, in attesa che il personale interno completi la formazione», risponde l’azienda, che per il resto discuterà del punto nell’incontro a tutto campo in programma con i sindacati per domani, su turni e recupero di produttività. Perché, nonostante l’accordo d’intenti sottoscritto con azienda e enti locali la scorsa settimana, il lavoratori continuano a rifiutare mancati riposi e straordinari: di conseguenza, saltano bis e corse a ripetizione e la resistenza dei passeggeri ha raggiunto il livello limite.

«Il personale rifiuta gli straordinari perché le condizioni di lavoro sono estreme», commenta il segretario Fit-Cisl Marino Deterlizzi, «con la spending review l’azienda ha assunto 25 stagionali in meno nella navigazione. Con un traffico acqueo sempre più impazzito tra mezzi privati, gondole, taxi e una folla in aumento di passeggeri, l’aumento delle fermate (al Mercato come alla Salute e Santo Spirito), l’accavallarsi di mezzi Alilaguna e Vaporino dell’arte, i tempi di percorrenza sono insostenibili e la soluzione non può essere quella prospettata dall’azienda, di portare da 6 a 5 le corse all’ora, perché così si peggiora il servizio».

«Non si possono garantire le corse contando sulle 5 mila ore di straordinario che ogni mese venivano chieste agli autisti di bus», incalza il segretario Usb, Giampietro Antonini, «Significano una trentina di autisti: il milione 200 mila euro che Actv dice di aver risparmiato con il blocco del turn over va in parte reinvestito in personale».

Venerdì il primo incontro, ma il cronoprogramma prevede l’accordo entro fine anno: c’è di che impazzire per i passeggeri, se continueranno ancora così ritardi (200 al giorno) e corse saltate (una quindicina, nella sola navigazione).

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