Metropoli senza deleghe «È una legge fatta male»

In Consiglio Brugnaro denuncia la paralisi nel settore dell’urbanistica e rilancia «Presto un incontro chiarificatore con Luca Zaia. A noi il Mose e i tributi locali»
Di Alberto Vitucci
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 19.10.2015.- Consiglio Metropolitano. Cà Corner.
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 19.10.2015.- Consiglio Metropolitano. Cà Corner.

Un vertice urgente con il governatore Zaia. Per trovare una soluzione al groviglio delle deleghe. La Città Metropolitana è organo senza poteri. «Legge fatta male», ha detto ieri in apertura di Consiglio a Ca’ Corner il sindaco metropolitano Luigi Brugnaro, «assurdo che i cittadini non possano votare il sindaco, assurdo che non abbiano scritto quali sono le competenze che passano dalla Provincia alla nuova istituzione». Invece è proprio così. E la Regione ancora non ha deciso quali deleghe passare al sindaco metropolitano. L’Urbanistica, prima di tutto. Funzione naturale del nuovo istituto sovracomunale.

«Non credo alle dietrologìe, sono sicuro che la Regione non vuole farci un dispetto», dice Brugnaro, «ma adesso siamo bloccati, questa situazione va risolta. Dovrò parlare al più presto con Zaia». Un esempio sul tavolo è la richiesta del nuovo Piano di sviluppo di Musile di Piave. Il parere della Città metropolitana è obbligatorio, ma la delega ancora non c’è. Dunque, si blocca tutto.

Il contenitore è vuoto anche dal punto di vista del Piano triennale e delle capacità di spesa. Ieri al Consiglio metropolitano Brugnaro ha presentato un bilancio “tecnico”, elaborato dai dirigenti. Strade, scuole, manutenzioni, niente investimenti e grandi progetti. Per quelli, ha annunciato Brugnaro, occorrerà attendere la nuova Legge speciale, che dovrà partire proprio da quel punto.

Idea del sindaco è quella di trasformare l’organo metropolitano in organo di esazione per i comuni. Per mantenere nel territorio una parte della fiscalità e delle entrate, poter dare una mano ai comuni con l’acqua alla gola dal punto di vista finanziario. Secondo punto, la gestione della laguna e del Mose. Un altro punto fisso del sindaco, che intende proporre al governo di trasferire i poteri del Magistrato alle Acque – oggi Provveditore alle Opere pubbliche dopo lo scandalo Mose – agli enti locali.

Seduta veloce, quella di ieri pomeriggio a Ca’ Corner. Sala troppo grande per contenere i 18 consiglieri del nuovo governo metropolitano. Rinviate le questioni del bilancio, la delibera sul nuovo staff di Brugnaro – lo stesso di Ca’ Farsetti, con i fedelissimi Morris Ceron e Derek Donadini, Luca Zuin, Micol Stelluto e Valentina Rossi dell’Ufficio stampa – le cui spese dovranno essere sostenute in quota parte anche dal bilancio della Città metropolitana.

Infine Brugnaro ha annunciato che il Piano strategico, strumento essenziale per il governo della Città metropolitana, sarà pronto entro l’estate. Le opposizioni hanno chiesto verifiche, anche sulle voci che ancora riguardano consulenze affidate dalla nuova gestione. E sui tempi di approvazione delle delibere per rendere operativo l’ente che è succeduto alla Provincia.

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