Metro, confronto sugli esuberi
MARGHERA. Licenziamenti alla Metro: oggi a Milano si terrà il secondo giorno consecutivo di trattative tra sindacati ed azienda nel tentativo di trovare un accordo che permetta di evitare le mobilità. Cgil, Cisl e Uil, comunque, hanno indetto uno sciopero di otto ore per domani che sarà confermato se durante la giornata odierna non sarà siglato un patto idoneo a fermare i licenziamenti. Le mobilità a livello nazionale riguardano ben 215 lavoratori dei quali 78 solo nel Veneto. In particolare a Marghera sono previsti 22 licenziamenti su 91 dipendenti, a Rubano (Padova) 18 su 68 e a Verona 38 su 100. «Il piano di ristrutturazione avanzato dall’azienda è irricevibile», sostengono Roberto Cappellieri di Filcams- Cgil e Luca Zuin di Fisascat-Cisl. «Nel confronto con l'azienda», aggiungono «sono emerse poche e limitate aperture rispetto alle questioni che abbiamo posto relative alle modalità attraverso cui gestire i 215 esuberi (esodi incentivati, trasferimenti volontari e in un secondo momento riduzioni volontarie di orario settimanale di lavoro) dichiarati nei sette magazzini (esodi incentivati, trasferimenti volontari e - ma solo in un secondo momento - riduzioni volontarie di orario settimanale di lavoro). I responsabili della società hanno anche dichiarato di essere disponibili a prevedere un anno di cassa integrazione per crisi aziendale, considerando però prematuro affrontare il tema della rotazione del personale di cassa. Noi però abbiamo ribadito che la richiesta di cassa non può essere motivata da una crisi aziendale, difficile da giustificare in un’azienda che presenta da tre anni un bilancio in attivo ma dall’esigenza di una ristrutturazione profonda su alcuni punti vendita in difficoltà da anni. Inoltre, se la ristrutturazione fosse collegata ai due anni di cassa integrazione ipotizzati dall’azienda, sarebbe possibile una gestione meno traumatica degli esuberi». (mi.bu.)
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