Meteo, tornano la pioggia e il caldo: in 10 giorni rischio nuovo allarme
MESTRE. Prima le buone notizie: non vedremo più le 48 ore di pioggia filata. Poi le cattive: la pioggia continuerà. Infine le pessime: nella seconda metà del mese avremo una nuova possibilità di esondazioni. La situazione ha visto dei numeri eccezionali: a Mira, per esempio, tra le 12 di domenica 2 febbraio e le 16 di ieri sono caduti 64,8 millimetri di pioggia, regolarmente registrati dalle rilevazioni idrologiche dell’Arpav. Ma in 10 giorni sono caduti 266,4 millimetri di pioggia. Se si pensa che la media annuale è di circa 900 millimetri di pioggia si capisce come in un periodo di tempo pari a un trentaseiesimo dell’anno è caduto quasi un terzo delle precipitazioni annuali. E questo in gennaio, cioè un mese tradizionalmente secco.
Non basta: «Questo non è un inverno», spiega Antonio Sanò (nella foto), responsabile del sito ilmeteo.it, il più seguito in Italia, «abbiamo temperature e precipitazioni di carattere autunnale. L’altro anno avevamo una siccità mai vista negli ultimi 86 anni. Siamo di fronte a un’altra anomalia, il che non vuol dire nulla di per sè, ma se una volta le annate anomale arrivavano una ogni 30 anni, ora gli ultimi 10 anni hanno registrato 10 anomalie». Dal punto di vista spiccio, le prossime ore saranno a singhiozzo. «Mercoledì mattina le pioggie cesseranno per riprendere tra mercoledì e giovedì, cessare di nuovo, riprendere venerdì sera, fermarsi e riproporsi domenica notte», dice Raffaele Salerno, del centro Epson Meteo di Milano, «e per lunedì e martedì continueremo così: alternanza tra pause e pioggia». Amche per Edoardo Ferrara del sito 3bmeteo.it "Maltempo non stop sul Veneto, con tanta piogge e ulteriori nevicate in montagna, intervallate da brevi pause; rischio frane e allagamenti, anche perché è dagli anni ’70 che non si registravano nevicate così abbondanti.
Il problema è però cosa succederà da martedì. «Ci attendiamo la possibilità che si verifichi un evento che potrebbe avere conseguenze gravi», spiega ancora Sanò de ilmeteo.it, «cioè un innalzamento delle temperature. Statisticamente la seconda parte di febbraio è sempre stata la più fredda dell’anno per l’irrompere di venti da nordest. Bene: quest’anno ci attendiamo con buon margine aria da ovest e addirittura africana. Questo porterà a un’impennata anomala delle temperature anche in montagna, dove finora le abbondantissime precipitazioni si erano tradotte in eccezionali nevicate. Significa che la neve si scioglierà di colpo, andando a ingrossare una rete idrica che sta già soffrendo».
Insomma, il rischio di vedere il ripetersi l’emergenza e le tracimazioni di questi giorni, se non qualcosa di peggio, per i meteorologi è molto alto. Anche perché se è vero che l’ondata di piena di alcuni fiumi è passata (per il Livenza è stata ieri notte alle 2, con 3 metri esatti), per altri corsi, come il Bacchiglione, deve ancora arrivare: ieri alle 18 era in colmazione, ma già 15 centimetri sopra il livello registrato quattro anni fa quando ruppe gli argini. Quindi, se per il momento l’emergenza è ancora in corso (da sei giorni) e solo ora accenna lievemente a scemare, tra dieci giorni il rischio sarà trovarsi con nuove masse d’acqua dalle montagne e la rete idrica già piena.
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