Mestrino stroncato da un’infezione in vacanza in Brasile
MESTRE. Muore a Fortaleza due giorni dopo aver mangiato frutti di mare in un chiosco di strada. Un turista mestrino, Roberto Bartolucci, 50 anni compiuti il 24 settembre, è spirato in un letto della Terapia intensiva dell’ospedale della città brasiliana, nella regione Nord Este del Brasile. Bartolucci passava almeno 20 giorni l’anno nel Brasile che amava. Era arrivato a Fortaleza da dieci giorni e avrebbe dovuto trascorrerne altri dieci prima di rientrare a Mestre dove viveva in via Malvolti, a Carpenedo, nella casa della madre e del compagno.
Venerdì mattina è sceso nella hall dell’apart-hotel dove soggiornava e i portieri si sono subito accorti che qualcosa non andava: l’uomo stava molto male. Era molto sudato, accusava un forte malessere e a malapena riusciva a parlare. Subito i portieri e un amico che stava in un alloggio vicino si sono mobilitati e lo hanno portato in ospedale dove Bartolucci è stato subito ricoverato in Terapia intensiva. I medici avrebbero saputo dal paziente che aveva mangiato due giorni prima dei frutti di mare per strada. Quasi subito era iniziato il malessere che due giorni dopo ne ha causato la morte. I sanitari che lo hanno preso in cura venerdì notte avrebbero parlato di una grave forma di setticemia che aveva colpito vari organi interni.
L’ipotesi più plausibile è che a causare la morte sia stata, quindi, una infezione che non ha lasciato scampo. La situazione sarebbe precipitata in un paio d’ore. Nel cuore della notte, la terribile notizia della morte è arrivata ai parenti a Mestre. Ad informarli il consolato italiano di Recife, che è competente per l’area di Fortaleza. Il console Gabor de Zagon e il console onorario di Fortaleza, appena sono stati informati del decesso, hanno preso contatti con la famiglia a Mestre e la stanno assistendo con cura e attenzione. I famigliari attendono di capire con esattezza le cause del decesso e di riavere a casa quanto prima la salma. Ora il corpo si trova all’istituto di medicina legale di Fortaleza per l’autopsia. Successivamente il consolato aiuterà la famiglia nelle pratiche per il rientro della salma.
I Bartolucci a Mestre sono una famiglia nota. Il padre Guido, morto vent’anni fa, era un notaio. La sorella gemella Raffaella è avvocato con studio a Mestre. Roberto lascia anche la madre Lia con il compagno Sandro, l’altra sorella Daniela e il nipote Francesco. Single e senza figli, Roberto Bartolucci non lavorava per vecchi problemi di salute. Ma aveva tantissimi amici in città. Tutti lo chiamavano “Roma”, perché era nato nella capitale. Ma lui tifava per la Lazio.
Lo piangono gli amici del bar “Da Pomoi” ai Quattro Cantoni, della curva del Venezia Calcio e del VeneziaMestre1987, gli amici che con lui hanno vissuto la stupenda pallacanestro mestrina degli anni d’oro della Cuki. Tutti per lui hanno parole di affetto, ricordo e stima. Lo piangono i ragazzi del “C5 Latinos Bissuola”, la squadra di calcetto con cui Bartolucci giocava al parco Albanese, il sabato. «Se mancavano soldi per la quota del campo ci pensava lui e a Natale non faceva mancare mai il panettone», raccontano i “latinos”. «Era un puro nel vero senso della parola», ricorda l’amico giornalista Stefano Pittarello.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia