Mestrino muore in un incidente stradale

Una serpentina mortale. Curve e controcurve di asfalto bagnato dalla pioggia, tra la frazione pontalpina di Vich e il bivio per Mares Pises della provinciale 31 del Nevegal: qui, alle 3.20 di ieri mattina, ha perso la vita il quarantenne mestrino Stiven Zago ed è rimasto ferito in maniera non grave il quarantaduenne chioggiotto Luca Bordin, che abita nella vicina località di Pus. I due stavano salendo lungo questa tortuosa scorciatoia a bordo della Bmw X3 di proprietà di Zago, quando dopo aver superato il capitello della Madonna del Sacro Cuore e il frutteto dell’azienda agricola di Andrea Dal Pont sulla sinistra sono usciti da soli di strada, travolgendo una staccionata in legno, abbattendo il muretto in pietra del ponte e capovolgendosi accanto al letto del torrente Val Roncan, un affluente del Rai.
Un volo di tre metri al massimo, ma Zago è morto sul colpo, perché colpito in precedenza da un palo della staccionata in legno, che ha sfondato il parabrezza del suv. Mentre il passeggero ha riportato un politrauma contusivo, è stato trasportato al pronto soccorso dell’ospedale San Martino con l’ambulanza del Suem 118 e se la caverà in una trentina di giorni. Ma a sentire alcuni residenti della via, svegliati prima dallo schianto e poi dall’arrivo dei mezzi di soccorso, i sanitari avrebbero faticato parecchio a convincerlo a salire sull’autolettiga, dopo che i carabinieri l’avevano trovato in stato confusionale. Bordin non si capacitava della morte dell’amico arrivato qualche ore prima da Mestre e non ne voleva sapere di lasciarlo su quella macchina, che sarà poi recuperata dai vigili del fuoco di Belluno. I rilievi di legge, invece, sono stati fatti dai carabinieri della radiomobile.
Non ci sono segni di frenata sull’asfalto, in corrispondenza di quella curva a destra e solo sull’erba si vedono le tracce degli pneumatici, pochi metri prima della ringhiera in legna e del muretto con l’avviso del comune di Ponte nelle Alpi «divieto scarico rifiuti e qualsiasi altro materiale». Tra le possibili cause dell’incidente, quella del colpo di sonno e del malore, di sicuro all’ospedale si è provveduto all’esame dell’alcotest per Bordin, mentre la salma di Zago è stata portata direttamente all’obitorio, a disposizione della magistratura.
Zago lavorava come scaricatore di porto alla Vecon di Porto Marghera ed era appassionato di montagna. Saliva sul Nevegal abbastanza spesso, anche per venire a trovare l’amico Luca Bordin, che invece ha lavorato nell’impresa Loris Mognol per la cura e la manutenzione del paesaggio e ultimamente sta prestando la propria opera al punto ristoro del parco Pineta.
Entrambi sono molto conosciuti sui Coi de Pera: «Non posso crederci», esclama Mognol, «Stiven era una grande persona. Più volte mi aveva invitato in laguna e, prima o poi, sarei sceso a trovarlo, magari per andare a pescare. Luca lo conosco anche meglio, perché ha lavorato per me e vive ormai da tempo da queste parti». Nella notte, in molti si erano svegliati per l’improvviso frastuono: «Ho sentito delle urla», racconta Giovanni De Toffol, «qualcuno stava cercando un certo Luca, dopo che avevamo avvertito chiaramente il rumore di uno schianto. In quel momento, sono cominciate le operazioni di soccorso e di recupero del mezzo, che sono andate avanti fino all’alba».
L’azienda agricola di Andrea Dal Pont è appena prima del luogo dell’incidente: «C’è mancato poco che si schiantassero sulla recinzione e magari sarebbe stato meglio, perché forse le conseguenze sarebbero state meno gravi. Questa non è una strada molto trafficata e la fai soltanto se devi per forza farla».
Gigi Sosso
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