Mestrini esasperati contro i cacciatori: «Colpi vicino alle case»

Si moltiplicano le segnalazioni di protesta delle zone di campagna della terraferma mestrina

MESTRE. «Qui è tutto uno sparo, non ne possiamo più, ho paura anche solo a portare fuori il cane». Sono sempre di più le proteste e le lamentale degli abitanti che risiedono non solo a Favaro, ma anche nella zona di Carpenedo, via Porto di Cavergnago e di recente tra la fine di via Bissuola e via Vespucci.

Più di qualcuno lunedì, ha segnalato il problema, che però si trascina da settimane, da quando si è aperta la stagione della caccia. Incriminata la via Vallenari bis e la nuova viabilità che costeggia aree dove si vedono scorrazzare lepri e fagiani, anche in zona pizzeria Serenella. La protesta si è levata anche su Facebook, dove in molti hanno chiesto aiuto. «E’ tutto uno sparo da parte di cacciatori incoscienti” ha scritto Arianna Guerra sul gruppo di Mestre Mia, “ho paura anche solo a uscire col cane”.E c’è chi ha contattato i vigili e le forze dell’ordine, per segnalare il problema. Anche perché la caccia porta con sé il problema delle “esche avvelenate”, sempre più frequente in centro città. A inizio stagione a lamentarsi e chiedere lo stop alla caccia in tutto il territorio, era stato anche il presidente di Mestre, Vincenzo Conte, il quale non ha mancato di tornare sulla questione, specialmente nelle zone centrali della città, dove i cacciatori sparano lungo i canali scolmatori, vicino alle aree verdi, ai bordi del Bosco, delle canalette. La tensione si taglia con un coltello, poi, tra chi risiede a ridosso del Bosco di Mestre, che conosce per nome fagiani, pavoncelle, porta i nipoti a vedere lepri e leprotti, avvista scoiattoli: una risorsa unica che Rangers Polizia provinciale e Giacche verdi cercano di proteggere da sconfinamenti. Le doppiette in provincia di Venezia sono circa 4.100 e quattromila sono anche le firme che erano state raccolte per dire basta agli spari vicino al Bosco. Si era parlato di ampliare la fascia di rispetto, proposta poi caduta nel nulla. Il problema è che alcune aree del Bosco come Zaher, Ottolenghi, Manente, sono chiuse alla caccia, altre sono aperte, per l’impossibilità di delimitarle. —
 

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