Mestriner: «Pronto a uscire dall’Anci»
Il Comune minaccia di uscire dall’Anci: non piace a Scorzè l’accordo che prevede di rifinanziare i Comuni con i soldi destinati alle imprese. «Così sindaci poco attenti all’interesse del Paese fanno pagare le proprie inefficienze al mondo produttivo» protestano dal palazzo di piazza Aldo Moro. Dura la presa di posizione del sindaco Giovanni Battista Mestriner che venerdì ha inviato una pepata lettera al presidente dell’Associazione nazionale dei comuni italiani Graziano Del Rio in cui denuncia l’accordo sottoscritto tra la stessa Anci e le forze parlamentari e dove si prevede un rifinanziamento dei Comuni con un importo di 800 milioni di euro.
Fin qui nulla di male, anzi. L’intesa però prevede che, per almeno 500 milioni di euro, le risorse vengano stornate dal fondo dei rimborsi alle aziende che vantano crediti verso lo Stato. Risorse che tra l’altro non sarebbero nemmeno versate direttamente ai Comuni, ma ripartite per legge tra quote regionali prestabilite e quindi redistribuite dalle regioni per finanziare eventuali rischi di sforamento del patto di stabilità.
Mestriner non ci sta: «Qui a Scorzè ci sono moltissime attività produttive in grave sofferenza», denuncia il sindaco, «alcune vantano crediti verso lo Stato per centinaia di migliaia di euro, soldi che lo Stato non versa. Il mancato rimborso rischia di ridurre sul lastrico le aziende e le famiglie di chi ci lavora. Tutto ciò rischia di ricadere sul Comune stesso in termini di maggiori costi per i servizi sociali, ma anche di mancati introiti dell’Imu e dell’addizionale Irpef».
Tra l’altro Mestriner sottolinea come la ripartizione delle risorse alle regioni sia tutt’altro che equilibrata. «Il finanziamento verrà distribuito per 170 milioni alla Sicilia e per soli 29 al Veneto, che hanno lo stesso numero di residenti. Non bastasse i 29 milioni destinati al Veneto andranno a finanziare quei Comuni che, non programmando correttamente la propria attività, rischiano di sforare il patto di stabilità. A Scorzè nel 2008 non è arrivato un euro: siamo rientrati faticosamente nei ranghi e spiegando ai cittadini che le regole vanno rispettate. Ora mi domando perché dobbiamo restare a queste condizioni all’interno dell’Anci, pagando le quote di un’associazione che, rappresentandoci, ci danneggia».
Filippo De Gaspari
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