Mestre, Via Piave: dal degrado agli affitti turistici
MESTRE. Residenze temporanee sotto indagine a Mestre. Una cinquantina di studenti del Politecnico di Torino e un gruppo di laureandi dello Iuav di Venezia da ieri si sono messi al lavoro su Mestre. Tre le aree di lavoro: l’ex scuola Monteverdi di via Ulloa, di proprietà comunale, abbandonata e per la quale pare sfumata l’ipotesi di sede del nuovo distretto di Mestre sud. E poi alcuni edifici dismessi di via Ca’ Marcello, la strada che collega via Torino alla stazione dove è stato già aperto l’ostello AO, per il quale sono iniziati i cantieri di raddoppio, e sono in costruzione altri grandi alberghi. Zona dove entro un anno si arriverà a seimila posti letto in più per l’alberghiero.
Come far convivere la corsa alle affittanze turistiche, esplosa anche a Mestre con la piattaforma Airbnb, con le necessità del vivere la città? Come cambia la gestione dei trasporti, dei servizi; come cambia il commercio? E perché non puntare su altre forme di residenza temporanea da valorizzare, come quella dei lavoratori, e dei giovani che studiano e vivono la città? Il seminario svilupperà analisi, e progetti, sul caso Mestre e sul quartiere Piave, entro giugno 2018.
Il via ieri con un seminario nel negozio di via Piave 67, sede del gruppo di lavoro dei cittadini, attenti pure loro all’evolversi del fenomeno degli affitti temporanei. Nel quartiere Piave sempre più appartamenti non vengono affittati a famiglie, ma sono riservati agli affitti turistici. Sulla piattaforma Airbnb si possono monitorare proposte e prezzi. Per una notte, i costi di un appartamento in affitto vanno da 83 a 274 euro. Agenzie specializzate in appartamenti turistici offrono appartamenti di ampie metrature in affitto a mille euro o 1.200 euro al mese per 85 metri quadri in un primo piano senza ascensore.
Il lavoro coinvolge gli studenti del professor Manfredo Di Robilant, coordinatore dell'unità didattica di progetto del Politecnico di Torino “Architettura e città” e quelli di Ruben Baiocco, docente di Urbanistica dell'Università Iuav di Venezia. «Il tema è quello della residenza temporanea (in tutte le sue forme) in relazione alla sharing economy. AirBnB sta avendo un impatto significativo sulle economie urbane, sulle scelte individuali dei proprietari e degli utenti (per una forma di uso e consumo del risiedere e del patrimonio residenziale) sia delle grandi città, turistiche in particolare, ma non solo. Il seminario, che porterà a proporre progetti, ha scelto Venezia come città simbolo del turismo massificato, ma si concentra nella sua testa di ponte lagunare di Mestre Stazione Ferroviaria, via Piave, via Ca Marcello e le area di Marghera più prossime alla stazione, come area di indagine del fenomeno della residenza temporanea, delle sue logiche, del suo impatto, delle opportunità e delle criticità legate ai contesti locali «perché è qui che si concentrano nuovi alberghi e ostelli ma anche appartamenti», spiega Baiocco, che mette in guardia da un non governo del fenomeno che avrebbe come conseguenza la nascita di quartieri « fantasma». Baiocco, che nel Piave ha vissuto, sta notando la strisciante trasformazione dell’area da quartiere popolare a case per turisti. Al seminario di Iuav e Politecnico di Torino collabora il Comune per un dialogo, si spera, proficuo, che porti a governare lo sviluppo dell’area della stazione.
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