«Mestre vero laboratorio di politica»

Massimo Cacciari e la Fondazione Pellicani: qui e non altrove c’è cultura operaia, quintessenza della democrazia
Di Mitia Chiarin

«Mestre è la sede ideale per un Festival della Politica. Abbiamo voluto Mestre e non Venezia perché Mestre è stato un grande laboratorio dove questi temi sono stati discussi animatamente per anni. È un territorio di conflitto, inteso come quintessenza della democrazia, dove hanno dominato la cultura operaia e quella industriale, una storia che deve essere rivendicata con orgoglio dai mestrini. Cessino di viversi come paese e di piangersi addosso». Mettere al bando il «senso di frustrazione» dei mestrini in una città che è stata concreto laboratorio di politica, con Porto Marghera, al pari di città come Torino. Massimo Cacciari, ex sindaco, filosofo e presidente della Fondazione Pellicani parla alla pancia di Mestre che si prepara da domani, giovedì, a domenica a ospitare la terza edizione del Festival della Politica.

Per personaggi della caratura politica di Gianni Pellicani e Giorgio Napolitano, il presidente della Repubblica che arriverà a Venezia per la Mostra del Cinema ma non passerà per Mestre, Cacciari spiega come «era importante capire e conoscere il territorio». L’assessore Gianfranco Bettin, presente con la collega Vettese, ascolta e conferma: «Riconvertire Marghera, riqualificare Mestre, restituire Venezia alla propria grandezza sono i compiti di questo tempo».

Mestre laboratorio politico, quindi, sede ideale di una manifestazione che «si sta qualificando come uno dei Festival più significativi nel panorama culturale italiano, anche grazie a un parterre di relatori di altissimo livello. La nostra ambizione è, fra le altre, affrontare i temi dell’agenda politica italiana in una chiave materiale e strutturale», dice Cacciari. Frutto del lavoro volontaristico della Fondazione Pellicani che collabora con il Comune per “Mestre in centro”, Fondazione di Venezia, categorie e associazioni. «Si fanno miracoli: il nostro budget è quindici volte più piccolo di altri festival che contano sul sostegno delle fondazioni bancarie».

Una sfida per Nicola Pellicani, segretario della Fondazione: «Nell’edizione scorsa abbiamo avuto un grande riscontro, speriamo che anche quest’anno la cittadinanza partecipi con entusiasmo alle nostre iniziative che prevedono la partecipazione di “scienziati della politica”. Portiamo il confronto nelle piazze sfidando l’impopolarità che la politica sta attraversando, con l’obiettivo di spostare l’attenzione dalla polemica al pensiero politico».

In quattro giorni si parlerà di democrazia, lavoro, rapporto fra religione e politica, economia, filosofia. Uniche pecche, per Cacciari, l’assenza del presidente Napolitano e lo spazio ridotto per le donne. Ma si rimedierà. Più di 50 appuntamenti, oltre 70 relatori. Dibattiti, confronti, presentazioni di libri, proiezioni e spettacoli con tre reading di livello con Dario Vergassola, Ottavia Piccolo e Natalino Balasso. Mediapartner “La Repubblica delle idee” e “RaiNews 24”. Politica al mattino di sabato 7 e domenica 8 settembre in piazza Ferretto, poi alle 16 le interviste in Corte Legrenzi; alle 17 i dialoghi in piazzetta Pellicani e alle 18 i libri con VeZ e Marsilio. Dialoghi alle 19 in piazza Ferretto e alle 20.45 in piazzetta Pellicani, per finire a tarda ora con la “notte dei pensieri”, discussione collettiva filosofica guidata da Massimo Donà nei locali del centro. E ancora la grande libreria della politica da 300 metri quadri in piazza Ferretto, gestita da otto librerie. Sarà assegnato il premio “Rioba” al miglior blog di politica emergente.

In esclusiva per Mestre, ogni giorno l’istituto di sondaggi SWG fornirà dati e statistiche sui temi del giorno. Enzo Risso presenterà l’osservatorio “Scenari italiani” in piazza Ferretto domenica.

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