Mestre, una donna aggredita in piazzale Olivotti
MESTRE. Avvicinata e aggredita verbalmente, minacciata e insultata, e offesa con gesti osceni. L’ultimo episodio risale all’altra sera, in piazzale Olivotti, dove la donna è andata a recuperare l’auto. Un episodio che ha voluto raccontare e rendere noto anche al Comune.
«È solo l’ennesima segnalazione, anche se particolarmente odiosa, a riprova che servono azioni urgenti anche su questo versante», dice l’assessore all’Ambiente Gianfranco Bettin, che sta coordinando gli interventi di riqualificazione lungo via Carducci, in accordo con i comitati che da tempo credevano di trovare una soluzione ai bivacchi di ubriaconi e spacciatori. Ieri si è conclusa la prima fase degli interventi con Si completa oggi la prima fase dell’intervento con la potatura o l’espianto di siepi, la eliminazione delle coperture in legno dei muretti e lo spostamento di alcune fioriere. Ieri, nello specifico, sono entrati in azione i tecnici con le pompe d’acqua per una radicale opera di pulizia e di igienizzazione. «Nei prossimi giorni verranno ricollocati anche i cassonetti in posizioni più idonee (oggi il loro insieme costituisce, di fatto, dei “fortini” per atti incivili e loschi) e sempre nei prossimi giorni, d’intesa con i residenti», prosegue Bettin «si progetterà un’ulteriore trasformazione dell’intera area per renderla sempre meno praticabile ai soggetti che l’hanno occupato in maniera incivile, da attuarsi nelle prossime settimane. È evidente però che solo l’integrazione dei diversi interventi potrà produrre risultati significativi e soprattutto duraturi».
Nell’incontro con il comitato dovrà essere deciso se prevedere ancora delle sedute, o se sostituirle con delle fioriere. Una delle ipotesi prevede anche l’abbattimento di alcuni dei muretti, ma ogni decisione dovrà fare i conti con i soldi, perché non è che a disposizione ci siano milioni di euro. Rispetto all’episodio della signora aggredita, aggiunge Bettin che «ci sono, in città, 3/400 soggetti che, su vari piani, rendono a volte invivibili le zone in cui si spostano e si piazzano. Una parte, un paio di un centinaia, sono sbandati o clochard, prevalentemente dell’est europeo (ma anche italiani), alcune decine sono i cosiddetti “barbanera”, altri decine sono senza fissa dimora di varia origine, vaganti tra parchi e zone periferiche, due o trecento sono invece personaggi legati ai reati e allo spaccio di strada», ed è anche su questo fronte che bisogna intervenire, con i servizi degli operatori sociali e della polizia municipale.
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